lunedì, gennaio 30, 2006

Delirium Statisticum


E' allucinante. Non lo pensavo davvero possibile. E c'è gente che cerca lo stato euforico-allucinatorio nell'uso di sostanze psicotrope di vario genere (tabacco, alcool, marjuana, ecc.)...poveri illusi!!!

Il vero "sballo" sta nella statistica! Si, esatto, mi avete inteso perfettamente: dopo una giornata dietro a modelli di regressione più o meno lineare, a tavole di mobilità intergenerazionale e surrogati, a test del chi quadrato, ad indici di dissimilarità e fogli excell colorati con annesse formuline risparmiatempochefannounbottodicalcoliinauto
maticosenzachetudebbafaretuttoamanooconlacalcoltrice, senza che queste cose paiano avere tra loro la benchè minima connessione o utilità pratica (tranne quella di farmi passare l'esame/i...forse) sto delirando! Canticchio da solo in modo ossessivo, anche canzoncine e motivetti insopportabili e autofastidiosi mentre faccio i calcoli, corro per le scale findandomi su e giù e rischiando di impattare contro ogni genere di spigoli e stipiti e di rompermi rotule. Mi sento imbecillemente euforico ed ho la testa leggera. Lo spazio davanti ai miei occhi si distorce e sembra prima stirarsi, poi collassare verso un punto centrale come fosse un buco nero, cosa che rende il monitor con il suddetto foglio excel una sorta di caleidoscopiocatodico. A volte il campo visivo si riempie di migliaia di piccoli girini al neon, verdi, gialli, rossi. Ho la voglia di andare a letto che ha uno che si è appena svegliato da un coma di 20 anni ed ha vinto il primo premio al superenalotto, tutto questo senza aver bevuto un caffè. Non è che non senta stanchezza, la stanchezza se ne sta li, non mi pesa ma la sento, so che cè. So che è forse assurda come metafora, ma è come avere due sottili dischetti di alluminio o plastica inseriti appena sotto pelle nella zona delle tempie.

A tutti gli scettici, questo stato assurdo non è arrivato subito: sono passato dalla noia, al rifiuto, all'intolleranza, ai conati, fino a giungere al delirio. La strada è lunga, chissà quanto durano gli effetti.

In chiusura, colgo l'occasione per fare i complimenti all'amico Tucanto ed al suo gruppo, i KAAL, le canzoni del vostro primo album mi si sono già infilate in testa, piantate come puntelli da scalatore. Sicuramente la colpa è anche della mia mania di ascoltare ripetutamente album o canzoni per periodi abbastanza lunghi di tempo (sorvoliamo), ma, altrettanto sicuramente, il merito sta nel pregio delle canzoni, nella loro orecchiabilità e nell'originalità dei suoni (almeno per le mie orecchie da profano). Bravi.