giovedì, gennaio 24, 2008

Viva la costituzione (robusta? Nient'affatto...piuttosto gracile)



- Frankie hi nrg MC - Rap Lamento -

Secondo me, ora come ora, ci sta più del solito...rassegnazione[?(!)]. Anche chiudendo gli occhi, prima o poi li devi riaprire.

EDIT: Su segnalazione, aggiungo un altro video piuttosto calzante...



- Rino Gaetano: Nun te reggae più -

Flusso circolare al circolino



- Soundtrack: Amari - Le gite fuori porta -

Una musica amara...violini in sottofondo. Una lentezza languida di suoni vibranti.

La mente che va al di la della materia nel trovare i suoi significati. Contenitori vuoti e sottilissimi, senza spessore, per altro solo rappresentati, nient'affatto fisici, sono creature presso occhi che ancora brillano di svagata ebrezza.

Il mondo è sempre lo stesso. lo stesso mondo che ora di disgusta, lo stesso che trovi odioso e insopportabile, ora è pieno di promesse e bellezza, e potenza, e desiderio. Il tempo è la chiave, ma è solo superficie: tutto ciò che è esistito, esiste, esisterà, convive al di là del tempo tutto il possibile con il reale, tutto il pensabile e il pensato.

Ora flauti, sfuggenti ed rotondi, batuffoli di cotone bagnato, pennellate pastose, azzurre e bianche, su una tela fibrosa.

La stanchezza, la fatica possono essere buone o cattive, ma non ci sono regole univoche che legano la classificazione al dato empirico. Quella cattiva fa sentire il corpo spezzato, debole, abusato, improduttivo, inutile tanto quanto la mente che lo abita, che con esso è in simbiosi. Quella buona ti fa sentire che hai maturato nuove capacità, abilità, una nuova coscienza, che resisti, che avanzi, che prosperi. La realizzazione può giungere con sorpresa al volgere del giorno: Non prestare orecchio ai corni luttuosi e cupi della potenziale, possibile, probabile, prossima disfatta, tutto esiste al di là del tempo, contemporaneamente, non c'è prima né dopo, dunque, nessuna cosa che esista può privare di significato, d'esistenza ad un'altra. Ogni momento è chiuso in sé, in esso è compreso tutto l'universo che gli dà sostanza. L'eco che di quel momento risiede in un altro non è quel momento, nessun legame ha con quello, solo è un elemento di quest'altro e del suo universo.

Come gli infiniti singoli istanti tra l'arco ed il bersaglio per la freccia.

Al di sopra di ogni universo, il primo, in cui il serpente ruota circolare mordendo la propria coda; da cui ogni altro.

domenica, gennaio 20, 2008

Lentamente muoio (...?)

Lentamente muore

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che
fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi e' infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia
aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o
della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non
risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere
vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto
di respirare.

Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una
splendida felicita'.


Pablo Neruda

Grazie all'amico Teo che me l'ha segnalata.

mercoledì, gennaio 16, 2008

Perplessità


Fin dalla prima volta che sono venuto a contatto con questa storia qualcosa mi puzzava, non era possibile che tutto fosse così infantilmente ridicolo, così ingenuamente adatto ad uno scandalo.

In televisione, esponenti di questa o quella fazione politica che deploravano l'atto liberticida secondo il copione standard (a qualcuno stava stretto, ma doveva mandar giù) e rappresentanti della chiesa che, molto pacatamente, stigmatizzavano il tutto, dandomi però (e sono sicuro che dipenda dalla mia malafede) l'impressione di essere più soddisfatti che infastiditi o rammaricati.

Il top erano le interviste ai professori ed agli studenti attuatori della protesta, mi ricordavano lo "splendido" programma "secondo voi" dell'eccelso Del Debbio: in quello che dicevano, tutti quelli di cui sono riuscito ad ascoltare interviste, non si ravvisava alcun senso.

Se fossi stato, che so, un forzista, probabilmente non me ne sarei sorpreso, "porci comunisti" e avrei lasciato li. Ma non è andata così. Mi sono chiesto: è possibile che queste persone non abbiano idee più complesse di "dagli al prete" o "okkupare è bello"? E' possibile che abbiano fatto quello che hanno fatto senza uno straccio di senso, senza la capacità di dare voce alle proprie motivazioni? Professori e studenti universitari? Potevano pure dire cose non condivisibili, potevano portare avanti idee che non avrei approvato in parte o del tutto, invece niente, sembrava che una cosa del genere fosse stata fatta senza alcun motivo concreto.

Durante i servizi non si entrava mai in profondità, le parole degli autori erano presentate in flash frammentari e sembravano spesso assurde rispetto alle domande postegli dai giornalisti. Eppure qualcosa di ragionevole filtrava nebuloso in tutto questo guazzabuglio. No, mi puzzava troppo. Poi ci ho pensato e ho pensato alla qualità attuale della gran maggioranza della stampa italiana e i sospetti sono fioriti rigogliosi.

Meraviglie del montaggio e non solo.

Non è la prima volta che ho l'impressione che le notizie adombrino o dimentichino i fatti. Già da molto tempo mi capita di innervosirmi guardando il telegiornale quando, all'inizio di un servizio colgo il senso di scandalo o di tragedia, ma alla fine non ho assolutamente capito le dinamiche di ciò che è avvenuto o ne ho esclusivamente un'idea assai vaga. E tutto questo senza nemmeno bisogno di entrare nel merito della questione (che vorrei tanto conoscere meglio).

Comunque, riporto di seguito il testo di una mail che mi è giunta poco fa, se vi va leggetela e poi fate voi come meglio credete...

"Cari amici,

alla pagina http://www.petitiononline.com/386864c0/petition.html
si puo` sottoscrivere una lettera di solidarietà ai firmatari
dell'appello relativo alla partecipazione del papa
all'inaugurazione dell'anno accademico della sapienza. Riporto il
testo in calce.

Vi prego, se siete favorevoli, di far girare l'informazione.

Gherardo Piacitelli
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Testo della lettera

To: Presidente della Repubblica Italiana Napolitano, Rettore della
Sapienza Guarino

Esprimiamo la nostra piena solidarietà e la nostra gratitudine ai
docenti firmatari dell'appello affinché la partecipazione di Papa
Benedetto XVI all'inaugurazione dell'anno accademico venisse
annullata.

Apprezziamo la sensibilità del Papa per aver declinato l'invito;
non altrettanto si puo` dire del Rettore Renato Guarini, che si è
mostrato inadatto al ruolo che ricopre, incapace di tutelare la
laicità dell'Università e il dialogo universale. Inadempiente alle
sue responsabilità di garante, ha posto i firmatari del suddetto
appello nella scomoda posizione di dover supplire ai compiti di
garanzia che gli sarebbero stati propri e determinato una
spiacevolissima situazione.

Siamo inoltre stupiti ed amareggiati per la superficialità con cui
esponenti politici e istituzionali di primo piano, tra cui
dispiace in particolar modo dover annoverare il Presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano e il Ministro dell'Università Fabio
Mussi, si sono uniti al linciaggio morale cui i firmatari
dell'appello sono stati e sono tuttora sottoposti.

Infine, ci dichiariamo esterrefatti dalla devastante
superficialità ed incompetenza di gran parte della stampa, che si
è lanciata alla ricerca dello scoop nel migliore dei casi, o della
strumentalizzazione politica nel piu` frequente. In particolare, è
stato completamente stravolto il significato dell'appello, non
certo inteso a tacitare una voce e a impedire il dialogo e il
confronto, ma a tutelare il profondo significato storico e morale
dell'inaugurazione dell'anno accademico, la piu` solenne cerimonia
accademica, nella quale l'università celebra la libertà del sapere
universale, idealmente libera da qualunque condizionamento e
patronato."

giovedì, gennaio 10, 2008

Le vite degli altri...al tempo della Rete



- trailer del film: Tron -

Blog...e le vite degli altri.

Navigo e vedo, facilmente, le vite degli altri. Pagine e pagine di inclinazioni, desideri, sogni, vizzi, virtù, amore, odio...quant'altro. Nulla importa se si dice: "immagini artificiali, messe a bella posa per dar di sé l'immagine voluta". Come se l'immagine di sé che si vuol dare, il modo in cui si cerca di darla non parlassero del sé anch'essi, magari anche di più, magari anche meglio, magari anche d'altro rispetto a quello che il sé sa e accetta di sé.

Fotografie molteplici, video e musica, scritti brillanti di ogni fatta: poesie, racconti, flussi di coscienza. Legami, reali o fittizi, ma numerosi, ognuno nodo di rete in una rete di immagini-persona.

La familiarità diventa qualcosa di meno familiare. Al di la della sincerità, il sé-immagine-blog, quantunque diverso dal sé, è disincarnato e non ha confini, né di tempo, né di spazio. il sé-immagine-blog è l'intersezione suprema, è nodo si diceva e attraverso di esso, ogni afferente vede ogni altro afferente, contemporaneamente, e scopre, comprende, approfondisce, aspetti del nodo che non sapeva suoi, ignorava, sottostimava.

L'idea della sovrapposizione ultima è inquietante, capisco il tempo zero, capisco lo spazio zero...capisco quei visionari dei primi tempi: niente più geografia, niente più storia. Eppure no: ancora il corpo esiste, bistrattato, vilipeso, odiato, conformato, allenato, addestrato, sacrificato, abbandonato, trascurato...ma esiste.

Non è ancora il tempo della trascendenza, non ancora il tempo del tutto nell'uno e l'uno nel tutto.

domenica, gennaio 06, 2008

Terribile Scopo


Tempo fa, in circa un estate, ho letto il ciclo completo di Dune, di Frank Herbert.

Qualcuno forse ne avrà sentito parlare, infondo, a parte i libri (ne sono usciti di nuovi con la stessa ambientazione ad opera del figlio se non erro), Lynch ci ha fatto un film con Sting come interprete, ci hanno fatto pure vari videogiochi (Dune 2 è una pietra miliare nel filone degli strategici in tempo reale), ci hanno fatto varie serie televisive (ne ricordo almeno due) e Lucas ha affermato che senza la saga di Herbert non ci sarebbe stato Guerre Stellari (e, a prescindere dal giudizio che si può avere sulla presente saga, non si può certo negare che abbia avuto il suo porco successo).

Perché parlo di Dune? Per una cosa in particolare, ovvero per il fatto che in questa saga, molto spesso si faceva riferimento ad un "terribile scopo" che gravava sulle spalle del personaggio principale, Paul Atreides. Non ho intenzione di sintetizzare la trama e tanto meno di fare spoilering.

Questo concetto mi ha colpito, tanto da restarmi in testa e saltare fuori di quando in quando. Ha un che di grandioso, di ineluttabile, di solenne, per quanto anche un qualcosa di pericoloso (terribile appunto), riguarda una finalità, un destino, un futuro inevitabilmente scritto che vede chi ne è oggetto al centro dell'immensità del possibile.

Non so nemmeno bene io cosa voglio dire, ma qualche giorno fa, parlando con Chiara, mi sono sorpreso a fare delle riflessioni rispetto alle mie aspettative sul mio avvenire. E' venuto fuori che, per quanto da piccolo mi sentissi assolutamente inadatto a pressoché qualsiasi cosa degna di nota, coltivavo, alle volte, l'idea di poter diventare una persona veramente importante, una persona che sapesse fare qualcosa che nessun'altro sapeva fare o che nessun'altro sapeva fare così bene. Non si parlava di qualcosa di relativamente piccolo, ma almeno di ambito nazionale.

Beh, da parecchi anni non è più così, non nel senso ovvio che ho ridimensionato le mie aspettative di bambino riportandole ad una visione più realistica, ma che non ho più alcuna grandiosa aspirazione, non mi sento più dotato di alcun particolare talento, potenziale o già manifesto. La mia aspettativa è quella di situarmi tra la stragrande maggioranza delle persone con caratteristiche socio-demografiche simili alle mie e non essere distinguibile, se non dalle persone a me più vicine in termini meramente emotivi.

Nulla, insomma, ho già detto che non so nemmeno io che cosa voglio dire...riflettevo su come si possa passare dal desiderio di distinzione assoluta, all'accettazione dell'anonimato (metteteci tutte le virgolette del caso, non penso che sarò grigio e senza identità, solo che non spiccherò in modo particolare).

Forse sono terribilmente strano per l'epoca in cui vivo, o forse sono terribilmente normale, o forse ancora tutte queste paranoie derivano dal fatto che sono in tesi e che non mi va di fare assolutamente nulla per smettere di essere in tesi (tipo finire la tesi). Non lo so, non metterò in ordine questi pensieri, se fossi capace di mettere in ordine qalcos'altro adesso come adesso, la lista sarebbe lunga (e al primo posto ci starebbero i capitoli ed i paragrafi della mia tesi). Ancora una volta, chi vuole dire qualcosa è bene accetto.

E comunque l'idea di "terribile scopo" e tutta la sua aura di drammatica imponenza continuano ad esercitare su di me gran fascino.

venerdì, gennaio 04, 2008

Carisma Annale



- Gunter: My Ding Ding Dong -

Solo ed esclusivamente carisma da inizio anno. A riguardo vorrei ringraziare il buon vecchio Enry ed il buon vecchissimo Mike.

Gunter huber alles

Buon anno a tutti, magari riesco pure a scrivere la tesi prima del 2009.