lunedì, febbraio 26, 2007

La (ennesima) Caduta


Ero partito con l’idea di scrivere un post sulla triste condizione dell’attuale situazione politica, delle decisioni assurde, degli strenui tentativi di ricomposizione, delle velenose accuse, delle insinuanti proposte alternative, dei commenti irridenti, della rabbia a stento repressa e con difficoltà controllata, dei tentativi di difesa mai completamente convincenti, del continuo chiamarsi fuori o dentro, a seconda dei casi, della incessante tragicommedia parlamentare, della sequela di dichiarazioni tutte uguali e tutte ugualmente irrilevanti e scontate che, dette dallo stesso soggetto, senza che ci sia un motivo comprensibile o quantomeno accettabile, ottengono comunque uno spropositato rilievo mediatico…

Volevo parlare di tutto questo, specie quando, al ritorno da una festa di compleanno in quel di Milano, vengo ad apprendere da un proiettore a muro (la cui acustica ricorda vagamente quella degli spot pubblicitari locali proiettati nei cinema prima dei trailer dei film/pubblicità nazionale, prima del film vero e proprio) nello sferragliante tubo della metropolitana che Prodi ha rassegnato le dimissioni.

Volevo parlare di tutto questo, ma il problema è che non ce la faccio: mentre la pancia, contorcendosi violentemente, mi vorrebbe ad urlare le sue ragioni, la testa mi ricorda quanto poco io sappia delle “complesse dinamiche politiche” ed il risultato rischierebbe di essere né più né meno un qualunquistico “la politica è uno schifo” (per essere sintetici).

Poche idee mi restano chiare in testa (e nella pancia):

- forse odio Capezzone più di Mastella (ma solo forse).

- Dalema non fai in tempo a pensarne bene, che subito ti da motivo e modo per pensarne male (si vedano le dichiarazioni acide e pubbliche sulla “sinistra radicale” proprio in un momento di ricomposizione).

- Se posso comprendere le difficoltà di coscienza di Turigliatto e Rossi, non posso comprendere, o comunque accettare, le azioni che hanno fatto seguire (e continuano a fare seguire) alla realizzazione di quelle difficoltà. Infondo, come dice la Littizzetto, con chi pensavano di stare? Prodi sicuramente non fa la rivoluzione proletaria!

- La sinistra in Italia soffrirà sempre di una grande compressione e difficilmente (ed è un eufemismo) potrà trovare reale e piena espressione. Il “centro” giganteggia e non è difficile fare ipotesi rispetto ad un “ritorno al passato” e ad enormi cetacei pallidi.

Continuo a sperare ingenuamente che “tutto vada per il meglio” e aspetto giovedì ed il voto al senato (nonché un esame che dovrebbe essere piuttosto facile).

PS: è meno intimista del solito, anche se sicuramente è molto qualunquista. Spero in commenti infervorati per dare il via ad una proficua discussione.

lunedì, febbraio 19, 2007

Genetliaco!!!!!!!!!!! Fank....o al Mulo!!!!!!!!!


La felicità se ne frega amabilmente di quando l'hai invitata a comparire. Si disinteressa grandemente dei tuoi progetti a riguardo. Non si fa minimamente influenzare da aspettative e attese. La felicità quando decide di arrivare arriva, con buona pace di chi pensa di poterla programmare.

E' grandioso, quando sei felice, avere molti buoni amici intorno: un buon amico quando ti vede, ti sente, ti sa felice, è felice per te e te lo manifesta accrescendo smisuratamente la tua stessa felicità. Sarò mieloso, cosa che ho sempre dichiarato di detestare, ma non credo di aver mai apprezzato tanto la vicinanza degli amici come ora.

Mille voci (in realtà no, sono la minoranza) insistono che la felicità in questione sia solo apparente e momentanea, ma l'irrilevanza di tutto ciò di fronte all'infinità è talmente palese che non vale nemmeno la pena di prendere in considerazione tali asserzioni. Durasse anche solo un secondo troverebbe in sè stessa il pieno motivo d'essere.

Fare un elenco dei ringraziamenti sarebbe lungo e inutile. Miro a rendere concretamente noto il mio affetto a tutte le persone che mi sono vicine in questo momento e che mi sono state vicine in ben altri momenti, inoltre sono sicuro che i più assidui tra loro sono ampiamente consapevoli del mio affetto.

Ora chiudo prima di delirar oltre, facendomi gli auguri per il genetliaco...che l'anno a seguire ricalchi gli ultimi giorni che l'hanno preceduto.

martedì, febbraio 13, 2007

Sul tramontare di un giorno di prematura primavera...


Oggi il mondo ha dei colori così vivi che se tendi l'orecchio puoi sentirli respirare. Blu, Azzurri, rossi, rosa, ori che si mescolano tra loro, che scorrono fluidi, liquidi sulle facciate delle case, sul paesaggio rendendolo qualcosa di mai visto prima.

La luce obliqua di un sole anticipatamente primaverile passa attraverso i rami secchi e neri di alberi nudi, rimbalza sulle vetrate delle finestre, occhieggia sui fili d'erba e sembra volerti entrare dentro, penetrarti a restituire un mondo nuovo, così fragile che sembrano i primi giorni della creazione.

E tutto questo, in un modo tutto particolare, fa male, ti impasta la bocca e ti riempie lo stomaco di un'infinita malinconia, di una sorta di nostalgia per la tua vita come è stata fino ad ora. Allo stesso tempo è come se sentissi, ancora distante, l'infinito mare di possibilità che si approssima in un mondo così assurdamente neogenito.

Ti crogioli confuso in queste emozioni primordiali, totali, abbacinanti, fottendotene delle ridicole, piccole contingenze che ti assillano quotidianamente, aspettando che quelle stesse contingenze ridiventino la cifra del tuo significato, che ridiventino il senso della tua vita...e guardi il mondo fuori dal finestrino.

lunedì, febbraio 12, 2007

Where is my mind



soundtrack: Where is my mind - Placebo

L'alcol non risolve nulla...

Ma dio, dio! E' l'unica cosa attraverso la quale, per un pò, riesco a liberarmi da me stesso eppure ad essere sempre io. Non è solo una questione di freni inibitori, i freni inibitori fanno parte di noi come tutto il resto, no, è una questione di pensiero, di come fluisce, di come incede, è una questione di lucidità diversa.

Sono debole se "ho bisogno di bere" a volte...forse si, anche perchè non è sempre una festa, perchè come dicevo qualche riga più su l'alcol non risolve nulla...ma a volte è una tregua, una tregua con le mille voci che mi parlano nella testa, tutte uguali alla mia, tutte insistenti, egoiste e prevaricatrici, è una tregua con lo strisciante senso di solitudine esistenziale che non mi abbandona mai veramente, una tregua con l'incapacità cronica di apprezzare davvero e a fondo ciò che ho.

Non è sempre così...c'è quando quella solitudine diventa un pozzo nero e profondissimo in cui cado senza scampo. C'è quando bere mi perde in me stesso, chiuso con le mie paure, le mie insistenti voci interiori, quando mi fa vagare solo per infinite ore notturne, in periferie desolate e silenziose, note o meno, per infiniti passi. Accade anche quello...

Ma la cosa più sorprendente è che, infondo, bere non fa che amplificare il mio stato d'animo, le proiezioni del mio desiderio...è sempre tutto in mano mia, posso lasciarmi andare solo se voglio lasciarmi andare; precipiterò nell'abisso se è in esso che voglio perdermi. Non è scappare...quello da cui vorrei scappare è sempre con me, dentro di me, che io lo voglia o meno.

Forse tutto questo, a rileggerlo tra un pò, mi sembrerà aberrante, forse mi vergognerò di averlo scritto, forse mi sembrerà l'ennesimo goffo tentativo di sembrare "sporco e cattivo" pur restando fondamentalmente "buono e pulito"...forse, ma ora è quello che penso e sento e non credo di avere ascendente a sufficienza per portare qualche improvvido, occasionale lettore ad una vita da alcolista, dunque ad una morte per cirrosi epatica.

mercoledì, febbraio 07, 2007

Piove sul bagnato...?


Se una mattina ti svegli e sei felice, non chiederti come mai, quale ne è la causa, non lo fare per nessun motivo, limitati a fare quello che fai sempre, ogni mattina: alzarti, lavarti, vestirti, fare colazione (se sei uso farla) e uscire per andare al lavoro o a scuola/università.

Arrivato, fai il tuo lavoro, qualunque esso sia, continuando a goderti la tua felicità, ridi e scherza con colleghi/compagni, gustati fino all'ultimo le sensazioni positive che sono arrivate con la misteriosa felicità mattutina, ma non chiederti mai, mai come sia arrivata.

Non te lo chiedere mai, perchè come è arrivata può andarsene e solo se sei fortunato ti lascia neutro (ne felice ne triste); nella maggior parte dei casi, mentre la felicità passava, il cielo sopra di te si addensava di nubi e se hai passato quelle poche ore a chiederti perchè o a costruirci sopra imponenti castelli, finisci per accorgerti di colpo, sotto le prime merdose gocce che non c'era proprio nessun motivo, che anzi, era decisamente fuoriluogo...

Com'era...a caval donato...

Perdisonno #1

Cazzo...è tardi.

Meno di sei ore da dormire e non ho ancora chiaro tutto quello che dirò domani alla presentazione in aula...il che significa che abbozzerò facendomi schifo e andando abbondantemente a braccio.

La vita viene come vuole e puoi essere agilmente euforico o morto senza che ci sia nessuna (nota?) contingenza a giustificare la cosa. E io che tiro tardi. Il tempo parcellizzato, razionalizzato, passa con una fretta indiavolata anche per gli esseri altamente antiproduttivi e inefficienti come me.

Non ci sono sempre soluzioni semplici da dispensare, nemmeno se solo a livello teorico e astratto. Veneriamo i punti di frattura! Veneriamo gli shock! Veneriamo ogni trauma che sia sufficiente a farci mettere in dubbio il nostro mondo-identità ma non sia abbastanza da ucciderci. E’ meglio che le ossa si rompano quando si è giovani, poi non si risalderanno più così bene.

Ha un bel dire Nietzsche: “Quello che non mi uccide, mi rende più forte”. Più che la descrizione di un fatto, una dichiarazione di intenti…ma daltronde lasciarsi sopravvivere per tutta l’esistenza è una prospettiva abbastanza squallida da spiegare pienamente un intento simile.

Sproloquio ed ho già tirato abbastanza tardi…alla prossima…

PS: Un ringraziamento per Amandorla e la sua assiduità e la fiducia accordatami nel consegnarmi i suoi pensieri.

domenica, febbraio 04, 2007

Manifestare la personalità attraverso gli accostamenti di colore

Soundtrack: Alala - Css

Per una tale realtà non c'è alcun mercato!

Reazioni simili sarebbero presentatesi fino a qualche tempo fa. Oggi sangue, violenza, lacerazione di tessuti sono leciti e ricercati. Oggi si fuma e si beve, ma c'è stato quando ciò non era e potrebbe esserci quando ciò non sarà.

Il Comitato per l'Autodistruzione del Sé è riunito in seduta plenaria. Passa la mozione "esposizione ad un rischio fittizio #123". L'azione sarà solo di facciata, almeno considerando i dati rilasciati dall'Ufficio Statistico: brevi sommovimenti emotivi di natura prettamente superficiale lasceranno intatto il nucleo.

Parentesi di invidia che non è vera invidia perchè ogni storia fa testo a sé. Parentesi di fastidio, parentesi di rancidità, di un colore giallognolo malsano imbastardito da luminaria da pub. Palpebre che si chiudono per aprirsi poi a forza, non troppo tempo dopo, ad indicare un rapporto morboso e malsano con il sonno.

A perseguitarmi un volto in sostanza ancora così estraneo che, identificandolo con un idea di persona più che con una persona concreta, tendo a confondere per tutti gli altri visi cui ho associato la stessa idea.

Seduta straordinaria del Comitato per l'Autodistruzione del Sé. Relazione finale a firma dello Presidente, estratto: "La scissione è stata compiuta e si è strutturata per mantenere la profilassi. L'ambiente è infetto, le interazioni sono foriere di possibili contaminazioni. Per questi motivi si è scelto l'ermetismo ed il profondo rifiuto di ogni apertura significativa [...] Ultimamente si sono rilevate violazioni dell'integrità strutturale della barriera, ma si considerano le medesime di lieve entità, non degne di generare significative preoccupazioni [...] La vorticosa e violenta reazione dovuta al contatto delle parti che si è volute scisse tende a riprodurre lo stato preesistente, riducendo al minimo ogni tentativo di adattamento non giudicato accettabile secondo le Norme Egotistiche #117 e #232. Tutto procederà secondo prassi."

Passati dimenticati se non nella familiarità di forme e profili si ripresentano intrecciandosi tra loro in uno stillicidio minuto di sguardi forse solo profondamente significanti.

Asceta di sto cazzo, rinunciare a saziare una fame che è naturale in quanto vitale, tanto a lungo e tanto immotivatamente, o meglio con motivazioni tanto assurde, che ogni tentativo di saziarla sembri grottesco e ridicolo.

Autocannibalismo...mi risparmia la dieta e dà alla mia pulsione senso compiuto. Lo darebbe. Dovrei mangiarmi...o lasciarmi mangiare, procedere a progressive amputazioni in modo da concepire realmente il limite fisico, la natura tangibile dell'unione o della separatezza, la natura fittizia o verace di un mondo (cognitivo) concepito analiticamente.

Violenza che romba entro argini troppo rigidi esploderà…si spera.