venerdì, settembre 29, 2006

Compulsive chain social smoker


Ho la gola a pezzi...
Questo fumare occasionale divenuto ossessivo non fa per me.
Non sono un fumatore, non lo sono mai stato, non devo esserlo per ritenere che se una persona vuole fumare ha tutto il diritto di farlo, per non essere un crociato dei polmoni puliti.
Non sono un fumatore.
"Si riconosce subito la differenza tra uno che fuma e uno che ha solo in bocca una sigaretta...tu non sei un fumatore".
Pratica sociale, strumento di sintonia, sperimentazione di ingroup, che volendo essere molto meno autoindulgenti, suona essenzialmente come imitazione e, decisamente il tempo dell'imitazione è finito.
Non mi faccio promesse, ne tantomeno le metto scritte qui, ma è qualcosa su cui riflettere: fumare sigarette non è cosa mia...comprerò una pipa.

domenica, settembre 24, 2006

Fiordimelo sboccia nel sangue

Era un uomo spropositatamente alto e altrettanto magro. Portava aderentissimi jeans neri infilati in stivali da cowboy dello stesso colore. Del medesimo colore erano pure la maglietta senza maniche e lo spolverino. I capelli lunghi, tra il biondo ed il castano, gli ricadevano unti sulle spalle. Sul naso adunco calcava un paio di occhialini tondi con le lenti fumè e la montatura sottile. Il viso, lunghissimo, era corredato da zigomi alti e taglienti e da una bocca piccola, dalle labbra sottili, labbra tra le quali lasciava pendere, oziosa, una sigaretta.

Se ne stava appoggiato allo stipite di legno della porta, la testa piegata in avanti, immobile con le braccia incrociate al petto ed una gamba piegata. La ragazza nella stanza piangeva nervosamente, cercando di ricordare le parole di un padre nostro. Premuta in un angolo, il corpo rannicchiato quasi dovesse sparire in se stesso, tentava la formula, ma inevitabilmente sbagliava e dopo qualche singhiozzo più acuto e disperato, ricominciava da capo. Lo sguardo vacuo, perso in un punto tra i suoi piedi nudi sulla moquette lurida, si torturava le mani l’una con l’altra, le pizzicava, le graffiava, fino a farle sanguinare.

- Hai finito?

Il mozzicone restò incollato al labbro inferiore mentre, con una voce rauca e sibilante, l’uomo pose la domanda. La ragazza ebbe un sussulto e portò gli occhi, rossi di pianto, sul profilo sulla soglia.

- Cosa!...cosa, cosa?

Balbettò terrorizzata, portandosi una mano alla bocca.

- Ti ho chiesto se hai finito la tua preghiera.

- Io…io…no! NO! Non l’ho finita! Non l’ho finita! La mia preghiera…non l’ho finita…no.

- Non importa…il tuo tempo è concluso donna.

A quelle parole il terrore che invadeva quel corpo pallido, esile, si tradusse in violenti spasmi. La ragazza allargò le braccia premendole contro le pareti, spinse coi piedi come se potesse spostarle, abbatterle, attraversarle, i talloni che scivolavano.

- No, NO!!! Non mi toccare! Stammi lontano!! STAMMI LONTANO!!!

L’uomo entrò nella stanza, scostò un lembo dello spolverino e da un grosso fodero assicurato alla coscia sinistra, trasse un imponente machete. In due sole falcate le fu davanti. Con una mano l’afferrò per i capelli.

- AAAAAH! Maledetto! Maledetto bastardo! Lasciami! Lasciami!!

Lei si dibatteva, cercava di raggiungerlo con i suoi piccoli pungi, le nocche sbiancate per la forza della stretta, ma il braccio di lui era più lungo e la teneva a distanza. Tentò di assestare un calcio tra le lunghe gambe storte. L’uomo fu più rapido e la bloccò stringendo le ginocchia. Con la mano che reggeva il machete, chiusa a pugno intorno al manico, cominciò a colpirla in viso. Denti saltarono ad ogni colpo. Alla fine la ragazza stordita e dolorante, un occhio gonfio e il naso rotto, non riusciva a fare altro che sibilare parole incomprensibili tra le labbra tumefatte. La forzò ad inginocchiarsi davanti al letto, i polsi stretti tra le lunghe dita dietro la schiena di lei, il collo lasciato esposto dai capelli corti, il viso premuto contro la trapunta.

La mossa fu fulminea, la lama calò una volta, poi un’altra per vincere ogni resistenza di ossa e tendini, infine una terza, per recidere gli ultimi brani di pelle. Lasciò i polsi e le braccia ricaddero ai fianchi. Con lentezza ripulì il machete con la tenda della vicina finestra, poi lo ripose. Trasse da una tasca un grosso sacchetto di plastica e vi infilò la testa della ragazza ancora grondante sangue, mentre dal moncone che era stato il collo di lei, il sangue si riversava copioso ad intridere coperte, lenzuola e materasso. Chiuse il sacchetto e, prima di usciere dalla stanza infilò nella trachea esposta un rametto di fiori di melo. Qualche minuto dopo l’uomo ed il suo macabro trofeo venivano inghiottiti dall’oscurità del vicolo dietro il palazzo.

lunedì, settembre 18, 2006

Leviathan


Divorami fottuto leviatano!
E se già soggiorno nei tueoi visceri, digeriscimi e che sia finita!

Vi odio, eppure non ho diritto di odiarvi; il leviatano mi suggerisce che non ne ho facoltà, dal momento che avete rispettato le prescrizioni, onorando la rispettabilità altrui, la mia nello specifico, non lesinando buone parole di circostanza. Eppure vi odio se mostrate rispetto per la mia sensibilità, ma vi burlate della mia intelligenza.
E' un odio di quello collettivo, di quello più puro tra i pragmatici, perchè richiede una notevole astrazione per necessità di generalizzazione. Sembra strano, ma la perfezione offre maggiori spunti per la caduta.

Interrompo, il sonno mi divora

venerdì, settembre 15, 2006

Ginofagia...un (o più) morsi e via


Finita l'estate.
Non in termini formali, mi pare che il solstizio o l'equinozio (non ho alcuna voglia di controllare) sia intorno al 21 (nn so nemmanco di quale mese, cmq oggi nn è il 21), no, è finita l'estate della mente, quella interiore, ampiamente coadiuvata dall'esteriorità metereologica.

Effetti collaterali.
Razionalità limitata e autoriflessività ossessiva. La motivazione economica trascura ogni effetto non direttamente voluto ma conseguente alle azioni agite in suo nome, a meno di costrizioni in tal senso e sempre in ottica di costi benefici (nessuno è tanto stronzo da pensare che, di per sé, potrebbe essere diversamente da così, senza "aiuto esterno"). La cosa più divertente è che usa se stessa come difesa, tipo, per citare un film, parafrasando "noi, come lobby del tabacco, non abbiamo alcun interesse a che Timmy muoia di cancro ai polmoni, noi lo vogliamo vivo e fumatore".

Come sta la Misoginia?
Bene grazie, va a gonfie vele, ma ora si accompagna anche alla Ginofagia, di quella schietta e nervosa che vedi ogni tanto la notte nei bar, in quelli più laidi e fumosi. La vedi che sorseggia un bourbon e lancia occhiate sbieche agli avventori. Ha un grugno talmente unto che ti chiedi se abbia grufolato in una tanica di olio esausto.

A volte fuma un sigaro e anche il sigaro è unto. Brucia bene, ma lentamente e fa una puzza strana...no, non quella del sigaro...un'altra...non so descriverla, solo che puzza veramente.

Ha un'impermeabile addosso, grigio e sporco, spesso pure strappato, con macchie ovunque. Lo tiene chiuso, l'impermeabile, ed è così stretto che gli insacca i rotoli lardosi attorno ai fianchi e sul ventre. Ha dita tozze e talmente grosse che potresti scambiarle per rotoli di carta igienica. Sono incrostate di residui alimentari, feci e grasso e sono rifinite con grossi unghioni scuri e scheggiati. Non presentano alcuna macchia bianca, quelle macchie che denunciano mancanza di calcio, segno evidente che beve spesso latte, anche se scaduto.

Ha labbra spropositatamente carnose, simili a grossi lumaconi, di quelli che vedi in giro dopo la pioggia. Sono viola e piene di vesciche. Quello inferiore sporge decisamente.

Ha un ombra di barba o forse ha solo la faccia molto sporca, comunque le guancia pendule sono velate da una patina nerastra, meno intensa tra un cratere e l'altro (cosa che suggerisce la verità di entrambe le ipotesi).

Gli occhi sono ovviamente porcini, infossati...anzi trincerati, affondati in un affastellarsi di occhiaie e borse, talmente livide da sembrare il risultato di una scazzottata.

Il naso...bhe, al naso deve essere successo qualcosa perchè non c'è. Ci sono solo due fori vagamente triangolari da cui, di tanto in tanto, grumi di muco verdastro rotolano mollemente a insozzare la pelosità melmosa e sconclusionata che forse dovrebbero essere baffi. Vai a saperlo. Non si è mai occupata troppo del suo aspetto.

Di quando in quando biascica imprecazioni e lagnanze, ma i barman sono gente accorta e si fanno i fatti loro. Quanto agli altri avventori, il tanfo che emana dalla sua figura è talmente forte che nessuno le sta mai abbastanza vicina da sentire cosa dica. Di conseguenza, noi si resta con il dubbio.

Meno frequentemente tracanna anche grossi boccali di birra Messina (una birra per soli intenditori) e si abbandona a rutti e peti talmente squassanti che pensi voglia disporre le sue budella in bell’ordine sul bancone o sul pavimento…hai visto mai che un gastroenterologo passi di li e non trovi di meglio da fare che darci un occhio. Invece no…non esce nulla…nulla eccetto l’equivalente, in termini olfattivi, dell’odore di un centinaio di carcasse di gnu lasciate a macerare al sole per almeno quattro giorni buoni, in un canale di scolo colmo di rifiuti liquidi industriali. Non è infrequente che salti fuori qualche tanga semidigerito, brani di gonne o camicette, collant arrotolati e impregnati di succhi gastrici…d'altronde mica si prende sempre la briga di spogliarle prima di ingoiarle ancora vive, scalcianti e tutte intere.

Insomma, un’ottima compagnia.

mercoledì, settembre 13, 2006

Pori Ostruiti da Pesci Argentati


Simpatico insetto triantennato la cui velocità può lasciare di stucco, il "pesce argentato" è noto ai più per la sua tendenza a vivere in luoghi caldi e umidi, possibilmente ingombri di polvere ed altra sporcizia. Non è insolito trovarne traccia tra le pieghe delle tende dei balconi, basta tirarle per vedere schizzare queste simpatiche canaglie ovunque. La cosa varia certo da persona a persona, ma se non amate gli insetti, specie quelli veloci ed imprevedibili nel muoversi, proprio a causa di queste stesse caratteristiche, una scena come quella descritta in precedenza vi toglierà senz’altro il sonno, tanto più che gira insistentemente la voce secondo cui un solo tocco delle loro antenne posteriori possa incrementare la produzione di sebo di un poro fino all'ostruzione del medesimo. A tutt'oggi non disponiamo di prove scientifiche sufficienti per smentire o confermare una tale ipotesi, ma nell'incertezza, il buon senso consiglia di tenersi alla larga da questi esserini, pena il rischio di una persistente e feroce seborrea.

Considerazioni estemporanee a corollario:
Si sente spesso dire "Tutto è relativo", frase che, per molti, di primo acchito, può sembrare, specie ad un'analisi superficiale e frettolosa, un'ovvietà. Ebbene, io credo che ci si dimentichi un elemento nel proferirla nella forma succitata: la forma completa della stessa, a mio avviso, dovrebbe essere "Tutto è relativo...al contesto".

Detto questo, non mi resta che aggiungere...
==> "se sai argomentare non puoi avere torto" (citazione a memoria, probabilmente parafrasata, da "thank you for smoking"),
==> Salutare quel retto sfondato di Marco e rassicurarlo sul fatto che appena si presenterà l'occasione andrò a Milano a bere una birra per festeggiare la sua smarrita elasticità.
==> Salutare quel Dio di Angelo e fargli una quantità significativa (so tre etti signo, che faccio, lascio?) di auguri per il suo genetliaco.
==> Salutare quel Deo di g. e complimentarmi per l'uscita del suo articolo sui gamberi killer da risaia sul prestigiosissimo Cronaca Vera (ite a cumprarivillu, tutti i martedì in edicola).
==> Salutare Assurur e comunicarle che nella risposta che avevo mandato al numero non suo dicevo che andava tutto bene e che non doveva preoccuparsi, nonchè informarla che nn ho soldi nel cellulare da tempo immemore.
==> Salutare il Meteorismo, protagonista assoluto della televisione italiana.
==> Salutare il fottutissimo pennuto noto ai più come Tucanto (TM) e ricordargli di stare attento ai fottuti pesci argentati.

domenica, settembre 10, 2006

Con l'aiuto di alcuni amici...


Tempo fa scrissi di non voler crescere.
Oggi scrivo che mi sono rotto di essere cosi infantile.
Fortunatamente ci sono gli amici a distrarmi della fastidiosa convivenza con me stesso.
Spero sentitamente che chi abbia immotivatamente fatto le spese della mia autoindulgenza possa perdonarmi, specie perchè mi dispiacerebbe molto il contrario.

venerdì, settembre 08, 2006

Odio settembrino


Odio settembrino montante...
Odio per un sacco di gente...
Odio per persone particolari e per categorie professionali...
Odio per discorsi vuoti e tronfi, ripetuti alla nausea...
Odio per gli stronzi che "stanno in alto", ti sputano in faccia e pretendono un "grazie", e non mi frega un cazzo di "è stata difficile anche per me" o "anche io ho dovuto penare per arrivare qui", se sei stronzo le scuse avanzano...
Odio per i buoni propositi abbandonati l'ennesima volta...
Odio per le aspettative che per quanto tieni basse sono sempre troppo alte...
Odio per l'assoluta mancanza di empatia del mondo e per il fatto di credere che l'empatia sia ancora necessaria...
Odio per il tempo che passa, ma che a volte passa troppo lento...
Odio per quello che non capisco e perchè non mi capisco...
Odio per me stesso...

...ma poi passa (in fretta speriamo)

martedì, settembre 05, 2006

Vanigrafe reloaded


Parole inutili prima di fare il bravo ragazzo studioso in un biblioteca fighetta prossima al centro.

Anticipano: stereotipi viventi in divisa bianco e nero alternato o colori pastello, abbronzature pastello pantaloncini inguinali per lei, intorno al ginocchio per lui; ingegneri futuri che battono i pugni su tavoli ikealike grugnendo analisi; bibliotecari acidi scopainculo senza altro a riempirli se non normativismo...devianti dei peggiori; miopia trascurata che diluisce fisionomie al limite del riconoscibile, per fortuna per certe cose basta l'aura.

Per scrivere devo essere di cattivo umore? Per scrivere devo desiderare di vivere senza vivere? Ha senso che scriva? Deve averlo per me o per altri, e in caso, per chi?

A frenare lo stato d'animo da scrittura, un pò depresso, un pò ispirato, un pò speranzoso e amante del freddo, lunghe telefonate notturne a parlare dei massimi sistemi capendo io di non capire nulla dei minimi ed immaginando scenari possibili, nonché la visione completa e tardiva di American History X (Norton è un grande attore).

Buio...o meglio, luce accecante e biancastra e calda sulla mia testa nera e sempre più cespugliosa o sul mio cappello verde sabbia che fa risaltare il colore dei miei occhi. Guardatemi gli occhi, hanno molto da dire...guardatemi gli occhi, con me non parlano più, oppure non li ascolto.

domenica, settembre 03, 2006

Tying (me) Tiffany


Incredibile...

Ieri notte delirio all'idroscalo di Milano. Io, nella specifica persona di me medesimo, che mi agito convulsamente al ritmo di musica elettronica/sperimentale senza provare alcun imbarazzo...e chi mi conosce sa bene che non sono esattamente aggraziato nei movimenti.

Che l'apertura mentale sia una cosa buona è un pensiero abbastanza diffuso, banale se si vuole, ma, come sempre in casi simili, sperimentarla concretamente rispetto a se stessi è assai più significativo e meno scontato.

Ieri notte all'idroscalo svariati caschetti neri (per i quali ho una certa predilezione) hanno attratto e insistentemente trattenuto la mia attenzione, tra questi, però, ne spiccava uno rosa shocking, gradevolmente adagiato sui lineamenti amabili della Sig.rina Tying Tiffany, donna estremamente rock, regina inarrivabile della console, vestale dello scardinamento della cassa toracica e signora incontrastata di ogni mio sguardo sognante.

Ora sono qui a bere litri d'acqua cercando di scacciare gli ultimi fastidiosi rimasugli di birra scadente da autogrill in latte da olio motori, e costosi cocktail da idroscalo. Un malditesta insinuante fa il paio con il ronzare fastidioso di una vespa che nidifica negli infissi della finestra davanti a me. Trovo una foto della Regina Tiffany e mi sento soddisfatto. Ora dovrei trovare anche la voglia di studiare.