lunedì, dicembre 25, 2006

Falena


La vita, per come mi si presenta ora, è un complesso insieme di asimmetrie, di piccoli e grandi rapporti di potere, di sopraffazione e di sottomissione, di godimento e sofferenza, un equilibrio che definire dinamico è banale e riduttivo e non aiuta minimamente a comprenderne la reale natura.

Si rincorrono senza posa infiniti istanti di sincronia, reali o presunti, momenti di grazia che danno all'esistenza quel senso tanto necessario per esseri con un grado di autocoscienza tanto elevato, inframezzati da abissi di dubbio.

Si Giocano parti, si vestono ruoli con convinzione totalizzante e totale, perfino nello scetticismo, talora con invariabile determinazione, talaltra con consumata nonchalance nel cambiarli di occasione in occasione.

Non c'è alcuna conclusione, il discorso resta aperto, solo stralci di riflessione, brani di pensiero, mentre la testa sbatte stolidamente come la falena sul vetro di un lampione.

domenica, dicembre 17, 2006

True loneliness


Pensieri sterili galleggiano mollemente in una liquidità lattea. Vivo in un eterna iterazione, si arricchisce forse di quale particolare, ma la traccia è sempre la medesima, fatta di ruoli, di maschere.

Con diligenza maniacale ed angosciante assumo modi, toni, comportamenti secondo uno schema la cui logica appartiene solo agli strati più profondi del mio essere, ben lontani dalla coscienza.

Schifatemi, schifatemi pure per la mia prolissità, per il mio parlare inutilmente e presuntuosamente forbito, schifatemi per il mio essere scurrile e sboccato. Fatevi di me idee grottesche, idee che il gravare dei miei più intimi vincoli morali non mi permetterà mai di attendere, benchè, come vezzo, dichiaro che mi vorrei proprie.

La ronzante compagnia dell’alcool mi ha concesso di nuovo la volontà necessaria a produrre scritto, ad affettar pensieri come il salumiere affetta salumi, a produrmi negli sproloqui che mi caratterizzano per mia volontà e vostro placeat. Il blocco, di cui per svariati giorni ho promosso l’irrilevanza si preparava a fabbricar dolore.

La mia empatia è strumentale, finalizzata ad un obiettivo che risiede, ancora una volta, nel dominio di quegli strati profondi, lontani dalla coscienza. In realtà sperimento l'intolleranza, la distanza, il fastidio per altri la cui soggettività la mia socializzazione medioborghese sinistroide mi spingerebbe a trovare degna di rispetto, e che invece sento insopportabile, fastidiosa, irritante, disprezzando me stesso per questa profonda e testardamente autocelata misantropia.

La solitudine è prima di tutto uno stato della mente.

Che noi si sia soli in senso stretto è un dato di fatto: il nostro mondo cognitivo è inevitabilmente personale, a meno di schizofrenia, in esso ci siamo noi e noi soli, esso siamo noi.

La percezione di questa solitudine immanente è invece varia, muta a seconda della situazione relazionale e dello stato emotivo.

La chiave è l’empatia, tanto quella del sistema, quanto quella del soggetto; l’empatia non solo come attitudine o capacità, ma essenzialmente come momento sincronico di sentire diversi, di esperienze differenti, ma in certa misura essenzialmente comuni, comuni a partire dalle congruenze biologiche e sociali dell’essere umani e dell’essere sociali, qui ed ora.

Come accennavo, però, c’è empatia ed empatia, c’è la sofisticata strutturazione dell’agire emotivo in termini di stimolo-risposta emotivo, strumento più o meno consapevole della razionalità, o l’empatia realmente sentita, che fonda su basi implicite e costitutive…ma infondo la differenza, il limite, la distinzione è solo l’ennesima convenzione.

Il fottuto olismo è una sorta di gorgo che a dargli spazio ingoia ogni cosa, ma l’esperienza concreta del mondo mitiga tale voragine e la sua ingordigia. L’angoscia scaturita da tanta voragine genera altrettanta ingordigia di esperienza concreta e di vita.

Altra verminosa astrusità a seguire ...ma sono stato già sufficientemente cervellotico per far desistere chi poco mi regge e per soddisfare chi, assurdamente, di me appezza proprio questo.

domenica, dicembre 10, 2006

S-Re-Ego-lato?


Qualcuno mi spiega perchè Celentano è così..."grande"?
Mi spiega cosa ha fatto per l'umanità (perchè queste sembrano essere le dimensioni della cosa)?
Cosa ha fatto per meritarsi un simile, continuo, sperticato ossequio da parte di chiunque (a me Fazio tendenzialmente piace, anche se non sempre, ma a riguardo ha dato una dimostrazione a mio avviso indegna, specie considerando la statura di molti personaggi che sono andati in trasmissione da lui e raffrontando il trattamento tributato a loro con quello tributato a "Mr. rock-lento").
Qualcuno mi spiega perchè una tale boria, una tale arroganza dovrebbero essere motivo di elogio, specie visto che utilizzate all'unico fine di saziare l'ego di chi le manifesta?
Magari ignoro che gli hanno dato il premio nobel per la pace, o per la medicina, o per qualcosaltro...può essere, ma chiederei comunque le motivazioni visto che non le so immaginare. Sarà che forse il culto della personalità, in sé e per sé, nelle peggiori delle sue manifestazioni, nello stivale piace ancora troppo.
A me comunque il fenomeno scatena alternativamente rabbia e tristezza.

giovedì, dicembre 07, 2006

Immagini


Ragazzi il pianeta E' esploso stanotte. Noi non siamo che immagini residue, tracce psichiche di cerebri cogitanti, rimaste in essere per l'istantaneità della catastrofe. Come quando, di notte, in una strada poco illuminata, con un pò d'alcool in corpo, ci osserviamo muovere velocemente il braccio e il nostro occhio, perfetto ma imperfetto, si fa ingannare "vedendo" l'immagine del movimento, l'immagine residua della mano che si sposta.

Non ho idea di quale "occhio" ci stia guardando, di quale senso imperfetto siamo il percetto, ma a breve finirà e allora semplicemente smetteremo, come immagini residue, di esistere, senza che sia necessario preoccuparsi di “cosa c’è dopo”, senza sentire dolore, perché queste son cose che attengono ai corpi reali, alle reti neurali di cui siamo traccia ma non sostanza.

Per rallegrare almeno Marco e Giulio: anche pinkets è solo un immagine ora, anche “i vecchi” (storica nemesi di Giulio) lo sono. In realtà sono tutti già morti. In realtà siamo tutti già morti.

lunedì, dicembre 04, 2006

Cielo livido


Malditesta, freddo e malumore. M.F.M., una signora triade, altro che mafiosi orientali. Cielo grave di schifo grigio-azzurro-violaceo ad incombere fuori dalla finestra sopra i lampioni gialli e le foglie secche. Il solito casino dentro. Non che solito voglia dire proprio identico, tutt'altro, si tratta di tendenze di fondo, di volute di una spirale non di un cerchio. Decisioni difficili, soprattutto se si deve capire se la testa è una fastidiosa interferenza o una saggia consigliera. La strada tracciata è chiara...seguirla non è poi così scontato, presenta comunque dei costi...come tutto no? Ma bisognerebbe sapere esattamente perchè si fanno le cose. Niente da fare, l'agitazione resta.