lunedì, dicembre 04, 2006

Cielo livido


Malditesta, freddo e malumore. M.F.M., una signora triade, altro che mafiosi orientali. Cielo grave di schifo grigio-azzurro-violaceo ad incombere fuori dalla finestra sopra i lampioni gialli e le foglie secche. Il solito casino dentro. Non che solito voglia dire proprio identico, tutt'altro, si tratta di tendenze di fondo, di volute di una spirale non di un cerchio. Decisioni difficili, soprattutto se si deve capire se la testa è una fastidiosa interferenza o una saggia consigliera. La strada tracciata è chiara...seguirla non è poi così scontato, presenta comunque dei costi...come tutto no? Ma bisognerebbe sapere esattamente perchè si fanno le cose. Niente da fare, l'agitazione resta.

21 commenti:

Anonimo ha detto...

Bruno, ti chiedo scusa per la spietata autopromozione, ma ti prego, corri su carmillaonline.com!!!Andateci tutti, cliccate, leggete, non ho parole!!!!!
Credo di essere un passo dall'orgasmo multiplo!

g.

Anonimo ha detto...

Prima di avere una macchina digitale facevo foto di merda. Non è esatto: foto normali, foto in vacanza, belle centrate, di amici che si mettono in posa e sorridono, e monumenti dietro di loro, piccioni, luoghi turistici degni di nota.. o ancora: amici che fanno facce buffe, fidanzatine in bikini, spiagge, tramonti nell’acqua, panorami simmetrici, piccoli slavi che ci inseguono: Pia si ferma a fare mille foto: “Che cosa si fa a Venezia la sera?” - “No, io studio a Padova” - “Non sembri neanche tu su questa foto!”. Italiane che si ostinano a parlare in francese. Tredicesimo giorno: veri turisti che si svegliano, vanno agli Champs Elysées e ci trovano il Tour de France, piccioni imprigionati nella croissanteria nel quartiere dei monumenti alla burocrazia. Alture senza meta. Le foto scattate fanno il vuoto attorno a sé: ricorderai quel momento, ma forse proprio solo quel momento, e dimenticherai tutti gli altri. Ti sta bene. Tutte quelle serate perse a correre dietro a sigarette, birra e gelato.. Ti sta bene.

Ideologi domestici, cartolai di giorno, alcune regole non scritte della foto normale:
I) le foto si fanno in vacanza, e non invece durante l’anno, a casa, paesino e metropoli nello stesso tempo di piedi che si conoscono, piazze fatte apposta per i funerali e camion di lavori stradali, vigili urbani in costume vegliano tombini arancioni. Nulla di cui preoccuparsi troppo. Momenti in cui niente sembra abbastanza importante da ricordare, fosse soltanto tutto più denso, credendo di poter dare il meglio di sé altrimenti. Anziane signore che guardano meravigliate quanto arriva in alto il getto della fontana, i dischi che si ascoltano a settembre hanno sempre, poi uno strano sapore. Summer’s almost gone
II) si fanno ad altri, ma ad altri conosciuti (non si fanno foto a sconosciuti). “Perché li conosco?” “Chi sono?” non sono questioni che di solito non si affrontano se si è del tutto sani. D’altronde non si fanno foto agli sconosciuti, specie se si tratta di vecchie che controllano a fatica enormi velocipedi più grandi di loro, attraversando il sentiero a folle velocità. Non a giovani ed imbarazzate tutor che spiegano a matricole trentenni come fare un esame scritto, leggendo dal foglio davanti a loro. Si può sempre ignorarle. O vestirsi da zorro.
III) si fanno foto a cose importanti; non ci si fanno le foto ai piedi, ad esempio, che poi se si parla di piedi si rischia sempre, chissà perché, di passare per feticisti. non si fotografano cose inutili, ma cose degne di essere ricordate. Ci sarà forse un giorno in cui passeremo i giorni a ricordare, e tappezzeremo le pareti dei nostri molti cessi di cartoline di posti dove siamo stati, o non siamo stati, o non ricordiamo bene.. Foto strumenti del ricordo allora, imperativi difficili come “Ricorda!” “Sii spontaneo!” “Non essere scolastico!”, cose che nessuno a mai osato dire a Neil Young. Foto e souvenir, foto anni ’90, cose che si raccolgono in album di pellicole plastificate e marsupiali che le proteggono da impronte digitali involontarie. Molti si inquieterebbero se fotografati la mattina mentre fanno colazione in una tazza di cereali e latte di soia, e non avrebbero tutti i torti, etnometodologicamente parlando. Le cose davvero importanti della nostra vita: paesaggi di paesi stranieri, gente sorridente sotto l’ombrellone.

Se ho cominciato a cercare di fare foto diverse è stato solo per imitare S. e L., perché in fondo a me della fotografia non fregava niente. S. e L. facevano foto belle e strane: foto di peli della barba, di dettagli insignificanti, di sconosciuti. Avevano anche delle belle macchine fotografiche complicate, ereditate da genitori creativi, di quelle cose con un obiettivo lungo che porti in giro in un’enorme e scomodo borsello. Quando la generazione dei nostri genitori era ancora abbastanza giovane da poter picchiare i figli, spesso se ne approfittava su quei compagni di scuola sfigati, quelli che anche le maestre trascinavano per le orecchie per portarli a scapperare cani nel cortile. Quelli poi per vendicarsi ci piantavano matite nelle mani durante le lezioni, di tanto in tanto. In ogni caso, le mie foto non riuscivano mai come avrei voluto. Ci provavo però, cercavo zone di degrado urbano, soggetto cool nelle prime serate di raitre e ai convegni degli scout suburbani, che poi non sono niente di più che bambini vestiti da netturbini, a dispetto del nome altisonante. Facevo foto a cartelli “DIVIETO DI SCARICO” dietro a mucchi si spazzatura, che è in fondo una cosa tanto intelligente quanto mettersi ad ascoltare Cat Stevens in campeggio sperando di sedurre delle cielline. Tra l’altro Cat Stevens è anche diventato musulmano, e ciò quando “musulmano” era ancora solo una parola esotica, almeno in Italia. Una volta sono stato inseguito in macchina da delle puttane che si erano convinte che le avessi fotografate, mi hanno tagliato la strada e hanno minacciato di denunciarmi alla polizia. Il che non è esattamente il genere di minaccia che uno si aspetta da una meretrice.. In ogni caso, alla fine abbiamo fatto pace, e ci siamo letti insieme la storia di Santa Genoveffa del Pantheon a fumetti, dalle parti del capolinea del 4, quando ancora il 4 non ci arrivava. Un’altra volta io, S. e L. siamo stati fermati dalla polizia perché facevamo foto ad una caserma senza saperlo.. a noi sembrava solo un brutto edificio qualunque, addobbato di filo spinato come tanti altri manieri di gente che ama, ad esempio, mettere dei cocci di bottiglia in cima ai muri, o infilare delle corone di spine attorno ai pali per rendere le nostre città più cosmopolite e dinamiche, al di là delle mode giovanili che lasciano il tempo che trovano, se proprio vogliamo dirla tutta. Ad ogni modo noi eravamo terrorizzati, perché non capivamo se si trattava di falsi poliziotti in borghese con distintivi di Batman o di veri criminali del sesso di Greco FS.. Tante volte non è facile inquadrare le persone così, di primo acchito, come saggiamente ho imparato da bambino attraverso la parabola laica del Signor Tono, che sembra cattivo e invece e buono, contrapposto invece al Signor Ivo, che pur sembrando buono si rivelava invece cattivo per non dire cattivissimo (e nascondeva un bastone dietro la schiena). Ad ogni modo questi veri/falsi poliziotti, buoni o cattivi che fossero, si sono limitati ad interrogarci a lungo senza riuscire a capire perché volessimo fare foto della loro caserma. E le nostre spiegazioni non sembravano convincerli, stranamente. In ogni caso loro nella caserma ci vivevano, e non erano esattamente degli appassionati di fotografia. Alla fine ci hanno lasciato andare: in fondo non avevamo l’aria dei terroristi islamici, e nei nostri walkman non erano mai girate cassette di Cat Stevens.

Quando abitavo a Parigi ero contento, e dell’Italia non mi mancava proprio nulla. Mi sono comprato una macchina fotografica digitale, perché tutti ormai ne avevano una, anche K., che abitava con me. E per evitare di pensare troppo, ho comprato proprio lo stesso modello della sua, che si vendeva scontata in un grande magazzino dalle parti dell’Opera; io e K. amavamo molto giocare a scacchi e abbiamo avuto molti vizi nella nostra vita, ma con alcuni abbiamo smesso, perché ci sembrava più virile farlo. Di certo più virile che ascoltare Leonard Cohen ogni giorno, ad esempio, che è più o meno quello che le folle di Porte de Clignancourt si aspettano dal Comune dopo anni di proteste e ricorsi al TAR che hanno bloccato i lavori della tangenziale, tanto che ora la stessa termina contro le mura della città vecchia di Gallipoli, senza una ragione apparente. A volte, a Parigi, avevo l’impressione di cucinarmi della plastica fusa, e non era una sensazione piacevole. La mia prima digitale l’ho comprata con i soldi di un regalo di Natale, perché sono stato spesso troppo calvinista per spendere soldi miei per cose interessanti, cose che il dottor Inglehart non disapproverebbe. Uno dei migliori vantaggi delle digitali è che non devi rendere conto a nessuno: non ai tuoi soldi, non a Calvino e ad Erasmo da Rotterdam, non alle cassiere dell’Esselunga che ti chiedono “Quale formato?” o ti spiegano con malvagia cortesia di ripassare domani perché no, le tue foto del cazzo non sono ancora state sviluppate. Non mi ero mai accorto di essermi sempre impedito cose meravigliose come fare foto con effetto seppia alla cornetta del citofono, alle orrende tendine del Signor Robart, al suo cesso elettrico a micro-coltelli sviluppato appositamente per Windows XP. Foto della targa della via dove abitavo, perché sapevo che non ci avrei abitato per sempre e avrei probabilmente rimpianto per sempre i parrucchieri indiani, i venditori di DVD indiani e i panettieri indiani che un giorno mi hanno regalato un libro inedito di Amartya Sen intitolato “Prolegomeni ad una discografia minima dell’amore”, roba che esiste in soli tre o quattro esemplari al mondo, autografati e numerati. E poi, tutte le volte che tornavo a casa ubriaco dalla lavanderia cinese facevo foto a me stesso mentre fumavo delle sigarette, ascoltando i Portishead.. perché in effetti uno non sa con esattezza la faccia che ha mentre fa le cose, perché in genere quando si fanno le cose non ci si fotografa, e viceversa.. e questo è un problema! Un grave problema cui la multinazionale dell’optimetria ha deciso di rimediare, con le camere oscure digitali, per dare sfogo ai nostri istinti vanesi e creare immense directory intitolate candidamente “C:/documenti/narcisismi” o “Me, myself and I”, che tra l’altro é una canzone scritta da George Harrison, che stava nei Beatles ed è diventato buddista ad un certo punto della sua vita, giusto per distinguersi da Cat Stevens che invece, forse ricorderete, si era fatto musulmano. Mi sono fatto tante di quelle foto a Parigi che ad un certo punto mi sono tagliato la barba, dopo quattro anni che la portavo, solo perché mi ero stufato di vedere sempre la stessa faccia sulle foto.
Una volta ho conosciuto un tipo, D., uno studente di sociologia trentino che però era allo stesso tempo ereditiero di una serie di alberghi situati in valli sconosciute ma redditizie a quanto pare. Una sorta di Paris Hilton delle montagne, che si trovava anche lui a Parigi, senza sapere esattamente perché, come tutti noi d’altronde. Quest’uomo possedeva la più bella e costosa macchina digitale che mi sia capitato di vedere, ed era un maniaco, il troppo lusso l’aveva reso pazzo, e tutti sanno che se i pazzi avessero una loro socialità autonoma, se ne fregherebbero di noi, e noi potremmo fregarcene di loro. Tuttavia quel giorno non era ancora arrivato e D. era diventato pazzo, faceva migliaia di foto alla settimana: a rivederle tutte di fila, come si fa sul computer, capitava di avere la sensazione di vedere uno dei primi film mai realizzati, in cui i fotogrammi erano così pochi che ci si rendeva conto che di fotogrammi si trattava e le persone si muovevano scattose ed innaturali.. sempre che la gente non si muovesse così negli anni ’20.. chissà! D. è tornato in Trentino abbastanza presto, via New York, perché gli mancavano le sue montagne e in effetti noialtri lo infastidivamo spesso infliggendogli il nostro fumo passivo e le nostre passioni per band californiane lo-fi, gente che se la mena perché riesce ad essere depressa, senza sforzo, nonostante fuori facciano 40 gradi e la gente svenga. Le montagne tra l’altro sono sempre un ottimo soggetto di fotografia seriale: sono tutte uguali, eppure anche tutte un po’ diverse, proprio come le ragazze che si incontrano in metrò, a volerle guardare in faccia.

Per affrontare la questione da un altro punto di vista, si potrebbe dire che, se avessi avuto ancora diciannove anni, A. sarebbe stato il mio idolo e il mio leader. Lui ce la mette tutta comunque, trascinandomi da un pub all’altro nei pressi di Liverpool Street, sceglie lui le birre, non riesco a sentirlo tra le grida della folla, non mi sente lui quando dichiaro solennemente che non fumerò.. Sul tube ci rendiamo conto di non aver più nulla da dirci, finché io non tiro fuori con orgoglio il mio pacco di biscotti al cocco 3x1 pound, allora osserviamo le tette e forse anche le spalle delle tipe sedute di fronte a noi e commentiamo delusi quando vengono sostituite da dei turisti che appena seduti cominciano a farci delle foto, credendoci indigeni, coinquilini anglo-francofoni dell’Italia del nord, varremo pur uno scatto anche noi?

Una volta ho letto da qualche parte la parabola di questo tizio che durante tutta la sua vita si fa riprendere da una telecamera, in una sorta di Truman Show volontario, per non dimenticare niente. Arrivato a 35 anni, si accorge che dovrà dedicare il resto della propria vita a rivedere quello che ha registrato. O a selezionare le scene per il montaggio finale.
Non so chi si sia inventato questa storia, ma mi piace illudermi che sia stato Neil Young, senza saperne il perché.

Anonimo ha detto...

Dico sempre "bravissimo", "eccezionale", "grandioso", perchè copio Warhol, che agiva nello stesso modo con chiunque gli facesse vedere qualunque cosa. Quadri (Haring), foto(LaChapelle), qualunque cosa. E anche se c'è chi ci insegna che Warhol al contrario di Haring non divenne sieropositivo, bensì xeroxpositivo, ovvero copiabile e copiato, positivo alla copia...bè, grande Giulio, perfetto!
A presto

g.

(e andate su www.carmillaonline.com non ve ne pentirete! )

Gert_dal_pozzo ha detto...

Che dire...sono contento, caro Cat, che tu ti sia convinto a scrivere sul mio blog. Ora che sono totalmente privo di ispirazione (e la cosa dura da molto), fa piacere leggere cose così ispirate. Spero vorrai continuare.

Anonimo ha detto...

So che non centra nulla, solo che solidarizzo con il tuo casino mentale.... sola di nuovo.... e per le paranoie di qualcn altro!!!! (tu sai cosa intendo!)
Mi ritrovo con un pugno di mosche in mano! cvd...
Reagire!!!!!
Sh

Anonimo ha detto...

"Andate su carmillaonline.com"

Mahmoud Ahmadinejad

Anonimo ha detto...

smettetela di citare sto carmillaonline, altrimenti vi decapito... maledetti alieni bastardi.

rocky tucano


ecco, mi avete fatto agitare... adesso bevo un po' d'acqua così mi ricarico.

Anonimo ha detto...

Ahah, noto una certa classe nell'enunciato, un senso della frase degno di Pinketts!

ciao uomo!

g.

Gert_dal_pozzo ha detto...

HaHaHaHa

Anonimo ha detto...

se non schifi Pinketts come sembra che 99 persone su 100 facciano (magari anche a ragione,non so, io evito accuratamente le sue comparsate televisive in modo da evitare che l'eventuale antipatia mi guasti il piacere di leggere i suoi libri...certi suoi libri, almeno)leggi "il conto dell'ultima cena",lì da il meglio, secondo me!
ciao
sara

Anonimo ha detto...

a morte Pinketts..

gloria eterna al Pickett!!

grande esempio di come poche lettere dividano il genio dall'idiozia..

All you wanna do is ride around Sally...


marco

ps: grandissimo giulio!! la migliore cosa che ho letto negli ultimi tempi..

Anonimo ha detto...

wilson pickett? grazie marco! complimenti g. per carmillaonline!

Anonimo ha detto...

Schifare Pinketts? Ma stiamo scherzando? Per me in Italia ci sono quattro o cinque scrittori - giudizio insindacabile e cialtronesco - e solo quattro o cinque scrittori viventi in grado di sfondare il muro dell'immaginario e farmi provare qualche emozione che valga ipiùdidiecieuro che costa un loro libro: nell'ordine, Tommaso Labranca, Giuseppe Genna, Andrea G. Pinketts, Aldo Nove e per l'ultimo sono indeciso tra Mario Guarino, che però è un giornalista/scrittore, e Massimo Fini, forse, o Tommaso Pincio GiulioMozzi, quella gente lì, di quella cricca. Il resto verrà spazzato via. Pinketts è un genio, ma un genio con la G. maiuscola, non per niente se l'aggiunse al cognome. Se pensi che poi gli hanno ritirato la patente per un incidente che ha fatto con una macchina guidata da uno della Digos fa ancora più ridere. Se pensi che è fidanzato con una delle figlie del maggiore azionista della birra Guinness, fa ancora più ridere! Pinketts è un mostro, c'è poco da fare. Se pensi che si autodefinisce un incrocio tra Fonzie ed Einstein, capisci come non mi possa stare simpatico! Quando la nostra generazione si metterà a partorire della letteratura dovrà confrontarsi inevitabilmente con libri come "Il senso della frase" o "Superwoobinda", non certo con Camilleri, che, con tutto il rispetto, porta avanti un genere morto e stramorto, flogging a dead horse, come direbbe un vecchio album dei Sex Pistols, altra (ascoltabile) necrofilia. Ma magari mi sbaglio, è un'opzione che contemplo sempre.
Se 99 persone su 100 schifano Pinketts, il mondo fa ancora più schifo di quanto pensassi! E i conti non tornano, dato che siamo, su questo blog, già in due.

g.

Anonimo ha detto...

a me pinketts fa lo stesso effetto di mughini..

non metto in dubbio le sue doti di scrittore..

decisamente è un uomo molto intelligente, sicuramente più del sottoscritto, fastidiosamente pieno di sè e che soprattutto sa vendersi molto bene..

ma in maniera non molto dissimile da quelli che tracciano quattro schizzi su una tela e poi si fanno passare per artisti d'avanguardia che interpretano il malessere del mondo..

oltretutto mi risulta ancora meno possibile rispettare un uomo che è ospite fisso dei più beceri programi televisivi..

mi dite perchè è un genio? perchè è anti o pro tutto? perchè è un'interprete della cultura contemporanea?

secondo me è solo uno che gode nel sentire la sua voce, che gode parlare aulico in contesti in cui la gente che lo ascolta ha la terza media o sboccato in situazioni accademiche, giusto per essere o apparire diverso o superiore..
giusto per sbatterti in faccia che lui è tutto e tu sei merda.. cosa opinabile per altro..

beh.. il mio solo commento è continua pure a masurbarti caro il mio pinketts riascoltandoti pontificare contro dj francesco all'isola dei famosi.. io spengo la tele..

marco

Anonimo ha detto...

marco io pinketts non l'ho mai visto in tv (proprio sulla scorta dei commenti di chi lo aveva visto...ops, una volta sì, a modeland (!!), ma era muto quindi non ha fatto troppi danni),non lo conosco come Persona, come scrittore però mi piace. Quante volte il genio o l'arte nel senso più ampio del termine vanno a braccetto con la più acuta stronzaggine o, peggio, la meschinità, la pochezza umana? Quando ero piccola pensavo che chi era in grado di scrivere certe poesie, certe canzoni doveva per forza essere una grande Uomo, con chissà quale universo interiore, quale capacità di empatia ecc... non ci credo più già da un pò ...non che la cosa mi entusiasmi, ma spesso è così secondo me. Comunque quello che mi piace di pinketts è la sua grande capacità di giocare con le parole e poi i suoi personaggi...dai, prendi Lazzaro Sant'Andrea con le professioni più disparate alle spalle, seduttore incallito (ma le cui fiamme sono tendenzialmente dei "casi umani") e grande bevitore che però vive con la mamma e un vecchissimo cane e si fa il bagno con le palle frizzanti della Lush...non ti ipsira già simpatia?? :-)

sara

Anonimo ha detto...

lo so.. ma vedi io non metto in dubbio che sia un bravo scrittore..

ma il riconoscere ciò non mi porta automaticamente a stimarlo..

facendo un esempio, più banale ma calzante, anche il mai tanto vituperato berlusconi è senza dubbio una persona intelligente, dotata e innovatrice.. ma non per questo mi sento di provarne ammirazione, stima o rispetto.. anzi..

così nel vedere questa serie di personaggi che fanno interviste da poeti maledetti e poi vanno al bilionaire o in studio da cucuzza sinceramente non mi va darne un giudizio positivo..

Il problema sta, come direbbe il saggio La Porta, nel fatto che non può esistere la "Conoscenza" senza la "Saggezza".. tradotto si potrebbe dire che non basta che uno sia colto perchè tutto ciò che dice sia automaticamente intelligente e giusto..

continuando nell'esempio guzzantiano (figlio), potremmo anche introdurre l'importante concetto "senso del sacro"

ovvero, fuor di metafora, la capacità di capire dov'è il limite tra una visoone profetica e uno sproloquio, tra un'opinione argomentata e una banalità, tra una provocazione e una stronzata, tra l'ironia e l'insulto, tra ciò che è sostanza e ciò che è ornamento..

e molto spesso questa gente (tra i quali metto anche i vari mughini, crepet, toscani, catellan, etc etc..), non so se consapevolmente o meno, questo "senso" lo ha pers del tutto..

non metto in dubbio ceh siano dotate (chi più, chi meno) ma non chiedetemi di averne stima..

cmq è tutta un'opimione personale. ognuno può pensarla come crede..

e adesso basta perchè che sto scrivendo fin troppo per i miei gusti e per un'argomento che forse non lo merita nemmeno..

la mia preferenza va cmq ancora a Wilson Pickett!!

marco

Anonimo ha detto...

per coloro ai quali risulterà ancora sconosciuta questa importantissima pratica sociale,dovete sapere che uno dei maggiori momenti di aggregazione della laurea specialistica, perlomeno per le "matricole" è la lettura degli sms che aspiranti geni o talvota realmente tali spediscono ardentemente al quotidiano gratuito e qualitativamente irrilevante e-polis : oggi mi è capitato sotto mano .. ci sono delle vere perle di saggezza, non le posso trascrivere tutte, ma quelli migliori non posso esimermi assolutamente dal portarle alla vostra conoscenza :

messaggio numero 1
"gli uomini italiani sono gli unici in Europa a vivere con le mamme a 35 anni. Metà delle donne stanno a casa per i bambini e per far da mangiare, per loro è solo importante essere magra e avere soldi.Donne italiane, siete indietro di 30 anni!fate carriera ed entrate nella politica!"
ragazza nordica

messaggio numero 2
"Su tutti le tre reti tv nazionali, venivano trasmessi contemporaneamente tre programmi che invitavano ad essere accoglienti verso gli immigrati. Mi sembra che tutto ciò sia una forma di lavaggio del cervello come se la gente non fosse capace di ragionare con la propria testa."
Giorgio Magnani

messaggio numero 3
"se l'uomo va con le prostitute la colpa è dei " mal di testa", "stanchezza" ecc. delle donne. Voi trascurate i mariti sia sessualmente e affettivamente."

ce ne sarebbero altri notevoli, ma questi erano indiscutibilmente i migliori 3, fate voi la classifica, io non me la sono proprio sentita.

p.s gli errori grammaticali non sono di trascrizione,il testo è stato riportato esattamente com'era perchè sono una persona molto professionale.

p.p. Grandissimo Giulio, non è novità ..

Anonimo ha detto...

http://www.pozzodigert.blogpsot.com/
andateci vi prego!!

Anonimo ha detto...

g. ma domani viene l'aspirante cantantessa??

marco

Anonimo ha detto...

Macchè, doveva andare a Londra, scusa a cui credo quanto alla possibilità che il pianeta esploda stanotte
Io gi sono, non ho le tette, ma se vuoi una mastoplastichina in day hospital me la faccio in giornata

g.

Gert_dal_pozzo ha detto...

Ragazzi il pianeta E' esploso stanotte. Noi non siamo che immagini residue, tracce psichiche di cerebri cogitanti, rimaste in essere per l'istantaneità della catastrofe. Come quando, di notte, in una strada poco illuminata con un pò d'alcool in corpo, ci osserviamo muovere velocemente il braccio e il nostro occhio, perfetto ma imperfetto, si fa ingannare "vedendo" l'immagine del movimento, l'immagine residua della mano che si sposta.
Non ho idea di quale "occhio" ci stia guardando, di quale senso imperfetto siamo il percetto, ma a breve finirà e allora semplicemente smetteremo, come immagini residue, di esistere, senza che sia necessario preoccuparsi di “cosa c’è dopo”, senza sentire dolore, perché queste son cose che attengono ai corpi reali, alle reti neurali di cui siamo traccia ma non sostanza.
Per rallegrare almeno Marco e Giulio: anche pinkets è solo un immagine ora, anche “i vecchi” (storica nemesi di Giulio) lo sono. In realtà sono tutti già morti. In realtà siamo tutti già morti.