martedì, novembre 28, 2006

Me / Altro da me


Bisogna aver sperimentato pienamente e consapevolmente l'egoismo
per poter comprendere l'empatia.

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Bianco e negro di merda. Detto così suona ributtante nella nostra era di correttezza ad ogni costo. Anche io ci casco, anche noi ci caschiamo, ci cadiamo tutti in questa trappola, in questo detto non detto che ti fa tenere dentro tutto quanto. Che ti blocca, che alla fine ti fa star male. Che alla fine non capisci più se hai uno straccio di idea su come vadano le cose, non hai più un frame cui fare riferimento, ti sembra tutto giusto o tutto sbagliato in un delirio di relativismo da bar sport. Quando è iniziato tutto questo? Quando? Quando abbiamo cominciato ad abdicare alle nostre idee razziste, sessiste, pregiudiziali, alla nostra ignoranza per trincerarci dietro l’isteria buonista, dietro l’operatore ecologico e il non vedente. Il tutto mentre salutiamo con la mano un non udente, chiaro. Difficile individuare un momento preciso: è diverso per tutti noi. Sarà stato nel momento in cui hai detto “quella cosa là” e gli altri ti hanno guardato male, ma potresti anche esserti adattato spontaneamente, a volte non è necessario uno shock provato su sé stessi per cambiare modalità di comportamento. Basta vedere gli altri. E se vedi gli altri, inizi ad imitarli: è la desiderabilità sociale bellezza, e tu non puoi farci niente. La desiderabilità sociale porta al conformismo: il conformismo porta alla morte atti ed oggetti che credevamo consolidati, eterni: come la pellicola 35mm in bianco e ne(g)ro.

g.

Anonimo ha detto...

ahahah.. mi sembra di aver già sentito tutto ciò..

marco

Gert_dal_pozzo ha detto...

Sarà...io ho idea che il politicamente corretto sia principalmente moda, come si diceva, che il conformismo cambi più nella forma della manifestazione che nell'effettiva penetrazione. Credo che ognuno si tenga i suoi razzismi, i suoi sessismi, i suoi pregiudizzi e che, anzi, possa scegliere tra un ventaglio molto più ampio. Credo che il discorso linguistico sia principalmente superficiale, almeno come effetto diffuso, e non perché credo che la lingua non abbia implicazioni profonde sulla cultura (e viceversa), tutt’altro, ma perché penso che, nella maggior parte dei casi, la terminologia del politicamente corretto sia costruita ed utilizzata con esclusive finalità “diplomatiche”, che sia volutamente pensata come superficiale. Non credo che questa sia l’era del conformismo, non più di altre almeno, credo che sia invece l’era dell’attenzione al conformismo, dei discorsi sul conformismo (tra le altre cose, non come dimensione totalizzante, ma solo come uno dei soggetti del discorso dominante), l’era in cui il conformismo trova mezzi che gli sono particolarmente affini e favorevoli e che può tentare di attecchire su un area vasta quanto mai prima (so che qualcuno a questo punto potrebbe dire: “hai detto cazzi!”, ma trovo che la precisazione sia importante). Se il conformismo agisce dall’esterno, su molti, rispondendo ad una necessità il cui peso varia ed è misura di una molteplicità di fattori, ad opporsi ad esso c’è l’individualismo/egoismo (non vorrei usare questo secondo termine per le connotazioni valutative che si porta dietro, ma purtroppo non sono riuscito a trovarne un altro calzante) che agisce sempre e comunque dall’interno, a prescindere dalla forma con cui si manifesta. Per quanto decerebrata possa sembrare a volte la “massa”, per quanto prona ad essere imbevuta di direttive, bisogni, necessità eteroprodotte possa apparire, ogni individuo che la compone resta legato alla “piccolezza” (in termini di estensione) della propria esistenza quotidiana, dei propri rapporti personali, dell’evenemenzialità soggettiva, alla “località” (fisica, ma anche non) del proprio/i contesto/i relazionale/i di riferimento. Per quanto e benché i motivi profondi siano diffusi e comuni, troverà sempre qualcosa di peculiare da odiare, in barba al più o meno superficiale discorso diffuso del politicamente corretto. L’esempio di quello che dico lo si trova facilmente sui giornali, non mancano certo manifestazioni di razzismo più o meno esplicito. Si pensi per esempio alle mirabolanti azioni degli esponenti leghisti ed alla loro “gretta schiettezza”, si pensi a quanto, ancora, la società, quantomeno quella italiana sia ancora sessista (un’infinità di statistiche lo testimoniano…io ne so qualcosa, ho pure sviluppato la nausea a riguardo), si pensi al bullismo sbandierato in questi giorni dai giornali, alle violenze sul ragazzo disabile (vista la mia ignoranza esperienziale, mi piego anche io al linguaggio del politicamente corretto in quanto diffuso)…si pensi a tutto questo è ad un infinità di altre cose, e si noterà quanto poco a fondo vada la terminologia del politicamente corretto.

Anonimo ha detto...

ehi, g., quando ieri dicevo che avresti dovuto scrivere un libro a 4 mani con Marcello Pera.. non era sul serio! ;-P

Anonimo ha detto...

Ahahah! Era l'intro di una roba che ho scritto per parlare dell'evoluzione dall'analogico (rullini, pellicole, negativi...), al digitale (codici binari, elaborazioni software, postproduzione, ecc ), e mi piaceva la piega del "bianco e ne(g)ro di merda" come cappello introduttivo: doveva attirare l'attenzione, ha funzionato?
Che poi sia privo di senso è un altro paio di maniche!Ahah, che bella vita del cazzo

g.

Anonimo ha detto...

ahah allora ci usi come cavie per i tuoi esperimenti!! ..vabbé, dirò a marcel poire di trovarsi un altro che scriva un libro con lui.. possibilmente un futuro papa.. :-)

Anonimo ha detto...

Bè, siete un pò il mio campione non rappresentativo! Ahah, maledizione, c'è una percentuale di sociologi laureati un pò altina...

g.

i luv marcel pear

Anonimo ha detto...

a proposito di fottuto relativismo dilagante: http://www.repubblica.it/2006/11/sezioni/cronaca/presepe-rinascente/boicottaggio-cattolici/boicottaggio-cattolici.html?ref=hpsez

Gert_dal_pozzo ha detto...

Ci lasciamo amabilmente usare...g. è il mio agent provocateur preferito (dopo kylie minogue nel famoso spot censurato) e io, com'è noto, sono fieramente affetto da dissenteria verbale: che dire, affinità elettive (adoro avere un alibi per lo sproloquio). A ciò si aggiunga che sono stato assai contento della precedente discussione in cui ci siamo potuti gustare Giulio e Marco in gran spolvero, saggiandone le normalmente nascoste, notevoli qualità.

Anonimo ha detto...

Gabry! mi raccomando domani! conformati a noi!!!
vogliono mandare in pensione la mia passat.. ma forse non ci riusciranno i bastardi.. perchè è a gas :)
vaffanculo l'innovazione e la leccardi

Anonimo ha detto...

Domani non ci sono dannaz, impegni di vario tipo between Rho e altrove. Ma se vi capita, date un'occhiata a carmillaonline.com potrebbe, e dico potrebbe, esserci una sorpresa, magari sul tardi, nel tardo pomeriggio...

g.

(Marco, il cantante fa schifo)

Anonimo ha detto...

ahahah.. si si hai proprio ragione.. speriamo nella donzella giovedì prossimo..

tuttavia mi sento violentato intellettualmente (come solo albano può capirmi..) dal tuo furto di idea sulle riflessioni sul politicamente corretto.. voglio almeno un ringraziamento formale sulla rivista con una mia foto nel paginone centrale.. altrimenti sarò costretto a rivolgermi a taormina (l'animale non la località) per avere giustizia..

a presto!!

marco

Anonimo ha detto...

Ahahahah, adesso costruisco una Disneyland fasulla e la chiamo Neverland in piazza Massari e ci invito tanti bambini. Poi va bè, bianco lo sono già, quindi un problema in meno! Il bello della vicenda Jackson-Carrisi è stato che tutti avevano sentito il pezzo del discusso idolo pop - Will you be there - e nessuno aveva sentito l'agghiacciante "I cigni di Balaka" del futuro naufrago su isole di cattivo gusto: tra l'altro il processo è stato alla fine vinto da Jackson visto che entrambi si erano ispirati ad un canto popolare indiano! Consonno, prima o poi arriverò...Jim Morrison dei mej cojoni, e m'ha pure scroccato una sigaretta, dannato! Speriamo davvero nella punk girl, e speriamo che sia una bella figa anche, che c'è tanto bisogno di belle fighe. E a proposito di belle fighe vi racconto la mia mattinata, un giorno nessuno mi crederà quando racconterò queste cose, finchè ci siete voi, ascoltatemi, ve ne prego: stamattina ero in redazione che dovevo cercare delle cosine sui primi delitti del mostro di firenze, roba del 1981, quando ancora la merenda era una cosa innocente, e se la facevi tra compagni vuol dire che eri alla festa dell'unità. "Guarda che verso le undici viene questa modella" al suono "modella" ho una piccola erezione istantanea "Si, ma niente di che...magari le facciamo un servizio...ma è un pò vecchia" chiedo quanti anni ha "Mah, trenta?Roby quanti anni ha? Trenta?". Entra questa strana ragazza, biondina, fisico eccezionale, occhi azzurri, truccata un pò pesantemente per coprire delle rughe d'espressione degne di Gene Gnocchi al risveglio. Apre bocca "Sciao...me chiamo Giulia, sono di Padova" accento violentissimo da nord-est ma è l'ultima cosa a cui faccio caso. Apro il book: prima foto, ok, semisvestita, ma ok. Giro pagina: nuda in un campo. Giro ancora pagina, fingendo professionalità e attenzione, mentre è arcinoto che di foto non so un cazzo e non ho motivi di trovarmi a sfogliare questo album da erezione. Terza pagina: nuda gambe aperte su una sedia. Ormai sto per scoppiare a ridere e i pantaloni mi stanno sempre più stretti. Le spiego la cosa che dovremmo fare con lei: "Eh guarda, noi pensavamo di portarti a Orta S. Giulio a fare delle foto, io in digitale e un mio amico con una macchina analogica, per fare un confronto tra i due sistemi" accetta "Si, va beene". Poi leggo sul book la data di nascita: 1985. Ma non doveva avere trent'anni? Mah. Una mattina assurda. Subito dopo che se ne è andata sono tornato alle vagine asportate da mostri ancora da essere definiti tali a Scandicci.

g.