lunedì, novembre 06, 2006

Inner demons


Ognuno di noi è genitore prolifico (chi più, chi meno) dei propri demoni.

Alcuni sono genitori più amorevoli e premurosi: coccolano, cullano, curano le proprie ansie e paure come pargoli indifesi e, ovviamente, il risultato di tanto affetto è la crescita vigorosa di quest'infida e famelica prole.

Ma si sa, prima o poi dai propri bambini bisogna separarsi, non farlo significherebbe, uscendo da metafora, privarsi della serenità, del sonno, della vita, cosa quantomeno spiacevole.

E' necessario allora imparare a gestire le proprie paure, a imbrigliarle, a ridurle ad una ragionevole misura, anche ad ignorarle, o meglio, a passarci sopra quando sia il caso. Proiettarle all'esterno, su altri, che comunque sono impotenti visto che come detto si tratta di cose generate da noi e da noi soli, schermarcisi, abbandonarcisi è una strada inutile, anzi, deleteria, specie nella cura dei rapporti umani più stretti, più intimi, più caldi.

Come detto si tratta di demoni, non di creature indifese da accudire, da tenersi strette. Ognuno ha i propri, nulla di più normale, ma ci si deve convivere il più serenamente possibile, non farcisi sommergere, per noi, in primo luogo, e per gli altri che ci stanno a cuore.

Nessuno può combattere per noi le nostre battaglie e non c'è battaglia più nostra che questa.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Ti racconto la storia della mia domenica, a proposito di gente disturbata mentalmente, posseduta e mezza psicopatica. Sveglia ore 6,40 per andare con Stefano ad Aulla. Ero in missione per conto di dio, o meglio, per conto di Edicronaca S.R.L., il sommo editore che merita la Maiuscola più del divino! Aulla si trova verso Massa, da Milano sono duecento km secchi andare e duecento secchi tornare. Dovevamo incontrare questo signore che ha aperto il "museo più strambo del mondo" nelle sue stesse parole "l'unico museo dove si paga per uscire e non per entrare". Bene: se non siete mai stati ad Aulla, moltiplicate un vicolo decrepito qualunque di Napoli per circa diecimila anime. Aggiungete struttre fatiscenti e prossime al crollo, edilizia neo-pop 60's, una piazza intitolata a Bettino Craxi (con tanto di statua) e una intitolata "Ai martiri di Tangentopoli". Ecco Aulla. Nella piazza principale, orrenda, troviamo il nostro uomo: un 77enne completamente pazzo. Urla, sbraita dentro a un megafono anteguerra interrompendo una celebrazione in onore dei caduti aullesi nella seconda guerra mondiale. I carabinieri lo allontanano, improvvisa un comizio. Inutile tentare di parlargli: inizia discorsi senza capo nè coda, ci infila battute senza senso, se lo contraddici urla più forte. E non siamo ancora arrivati al museo. Il museo, dio mio, il museo. Un negozio a due luci con in vetrina una vecchia pubblicità di Raffaella Carrà - roba da metà anni 70 - per l'Agip. Dentro, la follia totale: ammucchiati senza alcun senso logico ci sono statue, caffettiere usate, un mastodontico busto di Giovanni XXIII, delle teste di Mussolini - dimenticavo, il "nostro" era vagamente nostalgico - quadri di nessun valore - tra cui una falsa Monna Lisa mezza strappata - casalinghi di quarant'anni fa di ogni genere. Polvere e muffa ovunque, s'intende. Dulcis in fundo, seicento paia di scarpe: come mai proprio seicento? Perchè il nostro uomo, pazzo, ha venduto delle radio d'epoca. Con il denaro ricavato ha deciso di investire in scarpe. Ogni tanto scherzando penso: un giorno vado all'Esselunga con 50 euro e mi faccio dare 5000 sacchetti. Lui l'ha fatto: lui ha speso 3500 in euro in scarpe che non indosserà mai e non venderà mai. Tocco finale di classe, la casa dove abita, dove conserva altro ciarpame, tra cui uno scopino da cesso trovato in strada, come quasi tutti i suoi cimeli:"L'ho pulito, ma mia moglie non me lo fa tenere in casa!".
Ciao uomo!

g.

Anonimo ha detto...

fantastico!.. in viaggio studio a Dublino avevo conosciuto due ragazze di Aulla, che mi sembravano un po'apolidi, delle liguri di toscana, un po' come delle svizzere italiane.. Mi ricordo questa cosa di Craxi
Giulio

Gert_dal_pozzo ha detto...

Ma pensa il caso...anche io ho un'amica di Aulla...non mi pare sia molto contenta di essere di Aulla, cmq ora studia a Bologna e penso stia meglio li.

Anonimo ha detto...

Vi assicuro che capisco sia la sensazione di Giulio, che quanto racconta Bruno. Credo che Aulla sia uno dei posti più brutti che abbia mai frequentato: squallore totale senza soluzione di continuità, ovunque. Potrei mandarvi un paio di foto del vicolo dove abbiamo parcheggiato, puro Napoli Style, muri scrostati, panni stesi ovunque, una Alfa 75 elaborata davanti ad un box. Ma la cosa più incredibile era il campo giochi: il campo da basket con i canestri senza tabelloni - eri costretto a essere molto preciso se tiravi, i rimbalzi non erano contemplati - a questa specie di palazzo in piazza Craxi (sic!) che era al tempo stesso diroccato rifugio di eroinomani e sede della A.S.L. locale. E poi la stazione semiabbandonata, sterpaglie ovunque, niente da visitare ( scusante: Aulla è stata tra le città italiane più bombardate nella seconda guerra mondiale ) a piedi. Un paese che è anche sbagliato definire fantasma, visto che non evoca paura: evoca solo squallore e piani regolatori non rispettati.

g.

Anonimo ha detto...

grazie. sh