sabato, novembre 11, 2006

Sense maker


Il senso non è qualcosa che trovi già pronto.

Non ha niente a che fare con dio, con i massimi sistemi, con il destino.

Il senso è qualcosa che ti costruisci a partire dalle piccole cose, dalla vita di tutti i giorni.

La realtà non ha già un suo senso, non c’è nessun significato ultimo da cercare. Si deve avere solo il coraggio di tirarne fuori uno proprio e di metterlo alla prova.

Il fatto che la realtà, la vita, non abbiano senso di per sé e apriori, non significa che si piegheranno docilmente ad ogni significato che gli venga appioppato. Dobbiamo lottare per ogni significato che riusciamo a trovare per il mondo che ci circonda, lottare con il mondo stesso, con i paradossi, con gli assoluti, ma soprattutto, lottare con la quotidianità, con le azioni concrete e con le loro conseguenze, con i sentimenti, le emozioni che esse ci provocano e, di nuovo, con la nostra ragione, la nostra morale, la nostra educazione.

A volte questo senso è una folgorazione, qualcosa che ti coglie in un giorno in cui ha appena smesso di piovere, in cui il sole ha appena deciso di rifarsi vivo (e che questo sia solo un fatto meteorologico o una metafora fa già parte del gioco), un epifania che rischiara tutto ciò che fino all’istante precedente era pura oscurità e che si radica profondamente nell’animo e ignora stolidamente o appassionatamente ogni avversità…

Altre volte, e questo è forse il caso più concreto e diffuso, metti insieme piccoli pezzi, minimi obiettivi, aggreghi momenti intensi, emozioni piacevoli…un abbraccio in una serata fredda, le parole di un amico che si rivela tale al di la dell’abuso di uno stupido termine, la sensazione di vicinanza con un altro essere umano; la piccola soddisfazione di sentirti, una volta tanto, competente in qualcosa che gli altri trovano importante, che tu trovi importante, la paga che ti sei meritato e i piccoli progetti che fai con quello che ti resta dopo le spese; un bacio rubato, un bacio desiderato all’infinito, un bacio che potevi dare e che serenamente non hai dato; sentirti apprezzato per quello che sei, per quello che vuoi essere e che riesci ad essere; la serena stanchezza dopo un chiarimento, la vigorosa serenità dopo un lungo scambio, la capacità di mettere a tacere le paure, nonostante bussino, nonostante siano sempre le stesse, di sospendere il giudizio; la capacità di non essere schiavo né dell’istinto, né della ragione, di vederti crescere, diventare diverso, migliorare nonostante tutti i difetti che restano…metti insieme tutte queste e migliaia di altre piccole cose e ne fai un nucleo caldo, cangiante, che seppure gli eventi erodono, se ne hai cura, ti sostiene, ti da forza e vigore, speranza e motivo, ti da vita.

Sii il tuo senso, sii il tuo dio.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

dio mio, è tu avresti perso il tocco?

Anonimo ha detto...

grande bruno mi é piaciuto questo post
Giulio

Anonimo ha detto...

Bruno, tu sei bravo...

Anonimo ha detto...

evviva!! l'italia di pallavolo femminile è in semifinale ai mondiali!!! oggi abbiamo battuto il giappone di mila azuki

Anonimo ha detto...

bravo sul blog

Anonimo ha detto...

ho smesso da un po' di commentare perchè le tue riflessioni erano diventate così personali che non conoscendo la situazione non mi andava di dirti nulla.. anche se di molte ne comprendevo e condividevo il senso..

però questa volta un "cazzo! bravo bruno!" non te lo leva nessuno..

a presto schifoso e fatti vedere ogni tanto.. ormai ti riconosco solo come entità blogmatica..

marco