domenica, giugno 25, 2006

Un'inimmaginabile concatenazione d'eventi

La considerazione che il mondo è piccolo è tanto frequente quanto veritiera, specialmente in una città decisamente piccola come Bergamo.

La scarsa convinzione perde ai rigori con il caldo asfissiante e la noia della reclusione da studio, per altro assai poco fruttuosa. Il tempo è tiranno, ma più i giorni si fanno lunghi e afosi, più le notti ne dimenticano la tirannia. Giusto il piacere dell’acqua fredda e poi sarò aperto alle trame del fato.

Maggiore è l’impegno con cui ci si cura di evitare certi accadimenti, maggiore è il rischio che questi si manifestino lo stesso, per caso e contro ogni previsione…salvo poi accorgersi che ci si era curati di tutto tranne che dei rischi più banali, specialmente in una città decisamente piccola come Bergamo.

Imbarazzanti, impacciate, lunghe attese, mitigate concentrando la mente sul pensiero che tutto può accadere se glie ne dai occasione, forse anche in una città decisamente piccola come Bergamo. Nel frattempo visioni di bellezze oniriche, luminose e oscure al contempo, di bellezze più classiche, di tensioni sotterranee e pulsanti, di passioni lacerate e laceranti, di affezioni ancora giovani che corrono rapide e profonde, dense, invidiabili.

L’autoconvincimento, la profezia che si autoadempie, le micromistiche da masturbazione mentale, hanno una forza notevole, sia nel modellare la percezione, sia nel modellare la realtà, specie se sono collettive e condivise, specie in una città decisamente piccola come Bergamo.

Il resto della serata se ne va lento e piovoso, con l’indesiderata compagnia di mosche alquanto fameliche, scivola sottotono, con qualche picco, con emotività sparsa che tenta di essere ermetica, solo per iniziati, ma deborda visibilissima a chi guardi. Ripensamenti e ritorni inattesi, ma in qualche angolo della mente, forse, sempre desiderati, comunque solo ritorni fittizi, solo qualche rapida fisica sensazione e poi chiacchiere.

Nessuna “situazione” che abbia avuto una certa rilevanza è mai veramente chiusa, lo resta solo fintanto che non le dai l’occasione di riaprirsi (niente di grave comunque, basta ricordarsene)…specialmente in una città decisamente piccola come Bergamo.

E poi il ritorno, considerando sensibilità vibranti e fragili, considerando idee preconcette messe alla prova, vedendosi in modi diversi, da prospettive diverse inevitabilmente comunque interne, ma esterne nell’idea da cui nascono…dunque il sonno.

1 commento:

Anonimo ha detto...

eh già...

tuc