PS: per Sareola, anche se oramai mi hai abbandonato per la perfettissima non perfettibile manju (e in quanto tale lei, hai fatto bene), ho finito di leggere la casa del sonno...pauroso, assurdo...ero riuscito ad anticipare alcuni colpi di scena, ma l'ultimo proprio no!!! Grazie ancora. Avrei scritto qualcosa di più ispirato dopo questa ispirante lettura, ma come scrivevo nel post che il fato (si chiama fato adesso) non ha voluto fosse pubblicato, ho perso la mia brillantezza (mettevo in dubbio anche di averne mai avuta nel famoso post) a causa del caldo.
giovedì, giugno 29, 2006
La casa dell'assenza di sonno
PS: per Sareola, anche se oramai mi hai abbandonato per la perfettissima non perfettibile manju (e in quanto tale lei, hai fatto bene), ho finito di leggere la casa del sonno...pauroso, assurdo...ero riuscito ad anticipare alcuni colpi di scena, ma l'ultimo proprio no!!! Grazie ancora. Avrei scritto qualcosa di più ispirato dopo questa ispirante lettura, ma come scrivevo nel post che il fato (si chiama fato adesso) non ha voluto fosse pubblicato, ho perso la mia brillantezza (mettevo in dubbio anche di averne mai avuta nel famoso post) a causa del caldo.
mercoledì, giugno 28, 2006
A schifiu finiu
martedì, giugno 27, 2006
L'Errante
Canta sommessamente parole antiche.
Incede lentamente l'ungo il sentiero luminescente, indossando un grosso cappello a cilindro.
La sua giacca è di velluto, il colore, il medesimo dell'orbe selenita.
S'appoggia appena ad un bastone da passeggio, alla sommità la testa bozzuta e digrignante di un demone.
I pantaloni, neri, cadono su mocassini lucidi sotto i quali scricchiola l'erba fragrante.
Tutto intorno nient'altro che silenzio, profumo e luce spettrale.
Non c'è tempo e non c'è destinazione, solo il folle canto.
domenica, giugno 25, 2006
Un'inimmaginabile concatenazione d'eventi
La scarsa convinzione perde ai rigori con il caldo asfissiante e la noia della reclusione da studio, per altro assai poco fruttuosa. Il tempo è tiranno, ma più i giorni si fanno lunghi e afosi, più le notti ne dimenticano la tirannia. Giusto il piacere dell’acqua fredda e poi sarò aperto alle trame del fato.
Maggiore è l’impegno con cui ci si cura di evitare certi accadimenti, maggiore è il rischio che questi si manifestino lo stesso, per caso e contro ogni previsione…salvo poi accorgersi che ci si era curati di tutto tranne che dei rischi più banali, specialmente in una città decisamente piccola come Bergamo.
Imbarazzanti, impacciate, lunghe attese, mitigate concentrando la mente sul pensiero che tutto può accadere se glie ne dai occasione, forse anche in una città decisamente piccola come Bergamo. Nel frattempo visioni di bellezze oniriche, luminose e oscure al contempo, di bellezze più classiche, di tensioni sotterranee e pulsanti, di passioni lacerate e laceranti, di affezioni ancora giovani che corrono rapide e profonde, dense, invidiabili.
L’autoconvincimento, la profezia che si autoadempie, le micromistiche da masturbazione mentale, hanno una forza notevole, sia nel modellare la percezione, sia nel modellare la realtà, specie se sono collettive e condivise, specie in una città decisamente piccola come Bergamo.
Il resto della serata se ne va lento e piovoso, con l’indesiderata compagnia di mosche alquanto fameliche, scivola sottotono, con qualche picco, con emotività sparsa che tenta di essere ermetica, solo per iniziati, ma deborda visibilissima a chi guardi. Ripensamenti e ritorni inattesi, ma in qualche angolo della mente, forse, sempre desiderati, comunque solo ritorni fittizi, solo qualche rapida fisica sensazione e poi chiacchiere.
Nessuna “situazione” che abbia avuto una certa rilevanza è mai veramente chiusa, lo resta solo fintanto che non le dai l’occasione di riaprirsi (niente di grave comunque, basta ricordarsene)…specialmente in una città decisamente piccola come Bergamo.
E poi il ritorno, considerando sensibilità vibranti e fragili, considerando idee preconcette messe alla prova, vedendosi in modi diversi, da prospettive diverse inevitabilmente comunque interne, ma esterne nell’idea da cui nascono…dunque il sonno.
mercoledì, giugno 21, 2006
Solegrigio
Ho un terribile mal di testa. Troppo poco sonno. Odio che mi riesca così facile fare male i miei programmi e, comunque, non seguirli, ma, allo stesso tempo, altrettanto facile colpevolizzarmi, senza, per altro, risolvere gran che. Il tutto in un fastidioso circolo vizioso.
Giornata moscia: qualcosa che non va come speravi, niente di grave, per carità, solo una nota stonata in una sinfonia un pò piatta; un caldo fastidioso e asfissiante, con il cielo coperto da giorni e nemmeno una goccia di pioggia; incombenze fin troppo concrete, sebbene relativamente dilazionate e la volontà, richiesta in gran quantità per una molteplicità di impieghi, rimasta ormai a secco.
La verità è solo una questione di momenti, oggi la mia verità è che le imperfezioni, le piccole imprecisioni, fiaccano lo spirito più degli errori madornali, più delle distorsioni più grandi. La risposta alla domanda "preferisci la certezza dell'errore o l'incertezza dell'imprecisione?" non è così scontata, e comunque, come si è detto cambia.
Spero seriamente che mi torni l'ispirazione, nel frattempo continuo a "chiamarla", su queste "pagine" come se la cosa funzionasse davvero così. Bhe, a parte tutto, suppongo che a qualcosa mi serva scrivere, visto che, di tanto in tanto, come oggi ad esempio, me ne viene la voglia.
domenica, giugno 18, 2006
Moto proprio
Altra serata malinconica questa, ma non credo ci sia necessità che io ne parli, l'ho già fatto più volte e continuare a parlarne non fa che farmici indugiare. Non è il caso. E' estate.
A questo proposito, ho realizzato pochi giorni fa che è estate. Grande. Ho sempre delle enormi aspettative rispetto all'estate, forse pure eccessive, solo che ultimamente, per fortuna, è davvero difficile che l'estate mi deludesse davvero. D'estate succede sempre qualcosa, ti ci devi mettere di impegno per contrastare questo dato di cose ed è dal tempo che sono uscito dalla mia fase depresso perenne per sport che mi sono reso conto quanto sia stupido fare una cosa del genere.
Quest'anno stiamo facendo le cose in grande. Sto cercando di capire se la zavorra (metaforica e non) che mi grava le terga sia possibile togliermela. Normandia a fine luglio/inizio agosto e tutt'intorno, probabilmente prima, bighellonamento in giro per la penisola ad incontrare più amici/parenti possibile.
Come ho già avuto modo di dire, l'unico modo per fare una cosa è farla e, soprattutto, insistere, perchè non c'è proprio verso che la strada sia in discesa per tutto il tempo che serve. Beceri autoincitamenti? Forse, ma tendenzialmente credo che, ora come ora, è questo che mi serve, meglio è in questo che mi serve credere.
giovedì, giugno 15, 2006
La teoria dello "Scherzo!"
Molti di voi la conosceranno già, ovviamente è solo una delle mie elucubrazioni a tempo perso, ma essendo uno sbruffone di chiara fama, l’ho sottoposta a numerosi interlocutori, i quali, o per sincero interesse o per narcolessia vigile, parevano non avere particolari obiezioni e anzi, spesso si dicevano sostanzialmente d’accordo.
venerdì, giugno 09, 2006
Specchi? Distorti. (Berserker's Katharsis)
A volte basta davvero poco. Una situazione va avanti da tempo, da mesi, a volte addirittura da anni, senza che ci si decida a coglierne il reale significato.
Il viaggio, come detto, può durare parecchio, la forza con la quale si desidera vedere le cose come ci compiace può essere grande, ma, nonostante tutto, la realtà continua a soggiacere e, prima o poi, si fa anche sentire.
La realizzazione delle cose come stanno può essere istantanea, tipo epifania, o graduale, tipo l'immaginato che perde pezzi poco alla volta mentre il nostro disappunto cresce. A prescindere da ciò, la reazione alla realizzazione può essere di rabbia, con se stessi o con persone altre implicate più o meno attivamente nella costituzione e nel mantenimento dell'illusione, può essere di sconforto, può essere tristezza oppure la si può percepire come un risveglio, come un illuminazione. Inutile dire che meglio la prendi, prima ti riprendi, meglio è, e visto che si può tranquillamente configurare come una scelta...
Una falsa coscienza di specifiche situazioni o del mondo nel suo complesso, per quanto siamo stati noi a crearla, può essere seriamente dannosa: finiamo per mortificare, svilire, sminuire noi stessi o per concedere ad altri di farlo (che questo sia il loro obiettivo precipuo o un accidente prodotto dalla loro attività nei nostri confronti).
Anche in questa circostanza, il tempo delle parole e dei pensieri, ad un certo punto, deve lasciare spazio a quello delle azioni.
Oggi va così, spero presto con qualche racconto/composizione.
domenica, giugno 04, 2006
Oltre il vetro, sul calare della sera...
E' questo secondo, strano, tipo di tristezza che mi occupa il sentire in questo momento.
Sarà che quando ti rendi conto che il tuo mondo ti sta fastidiosamente stretto e ti prodighi per fare cose nuove, conoscere persone nuove, vedere te stesso sotto prospettive nuove, hai il bisogno di "ritornare", di tanto in tanto, nelle serenità vecchie sicurezze, che per quanto cambino, con il resto del mondo, sono sempre abbastanza uguali da accendere il ricordo.
Sarà che il tempo, in questi giorni e mutevole, tanto quanto i pensieri nella mia testa, e che ora c'è una luce strana e affascinante, che non è possibile non soffermarsi a contemplare.
Sarà che domani devo provare a dare l'orribile esame sulle comparazioni, che non ho studiato quanto avrei dovuto, che confido sulla sola bontà del professore e che, tendenzialmente, non me ne frega nulla.
Saranno queste e mille altre cose...spero che se proprio deve durare, resti così.
sabato, giugno 03, 2006
Io, Murphy
venerdì, giugno 02, 2006
Un topo che non ha nulla di "ino" (porta il 54 di piede!!!)
Mi costi? Ma quanto mi costi?
"PER L'ABOLIZIONE DEI COSTI DI RICARICA PER I TELEFONI CELLULARI
E' una cosa che accade solo in Italia mentre in tutti gli altri paesi Europei si paga ciò che si consuma.
In Italia oltre al consumo devi anche pagare il "costo della ricarica" che altro non è che un'invenzione dei gestori telefonici per fare ancora piu' soldi a scapito di noi consumatori
CON QUESTA PETIZIONE I FIRMATARI CHIEDONO L'ABOLIZIONE DI QUESTI FAMOSI COSTI DI RICARICA,ANOMALIA TUTTA ITALIANA!"
La sazietà non sazia (AKA sono un melodrammatico del cazzo)
Ed il desiderio si fece tormento, non tanto nell'agognarlo, ma nel vederlo compiuto.
giovedì, giugno 01, 2006
Mistica del battito accelerato
Ladidà
Ho visto un film di Woody Allen stasera, "Io ed Annie". Mi è piaciuto. Non so perchè, ma non ho mai voluto vedere un film di Allen, fino a stasera almeno. Lui è davvero un genio (e l'attrice che fa Annie è davvero bellissima, molto anni '70, di solito abbastanza lontani dal mio gusto estetico, ma non necessariamente), cose come la visualizzazione dei pensieri dei personaggi, che uno potrebbe immaginarsi più "moderne" (ad es. Allie Mc Beal) le aveva già utilizzate lui con pieno profitto.
Immagino sia particolarmente grave se mi ci sono sentito vicino, ad Allen dico, se mi è sembrato di assomigliargli. Intendiamoci, non sono pazzo, so benissimo che il paragone non ha il minimo senso in termini di "grandezza", però in certi comportamenti (immagino che i suoi film siano profondamente autobiografici), certi difetti, certi desideri con cui "produce" (io le mie cazzate sul blog e lui i suoi grandiosi film). Sono parecchio autoreferenziale. Di buono c'è che non sono così paranoico e folle, ma immagino che il genio stia proprio li.