Frenetica la mia quattro giorni siciliana, almeno nella sua fase Palermitana (gli ultimi due giorni). Frenetica per quanto può essere frenetico fare qualcosa con il mio amico Faust.
Palermo mi si è offerta, ancora una volta troppo ricca di attrattive, architettoniche e non, per poterne cogliere più che un infima parte.
Proseguendo con la mia politica di (ancora timida) sperimentazione, mi sono concesso l'esperimento di mangiare il pane con la milza, specialità tipica palermitana che può spaventare i più schizzinosi. E' stato facile riuscire a mandar giù il primo boccone (anche se con qualche esitazione) e poi gli altri, è bastato pensare: "ho mangiato da mc donalds, nulla può essere peggio". Sapore strano, ma tutto sommato gradevole.
Altra cosa che mi ha fatto molto piacere durante il mio soggiorno è stato conoscere Gianfilippo, simpaticherrimo amico di Flauto, al quale, pare, la logorrea mi accomuni. Noto anche per dar la voce a Padre Pio nella piece "Mini-pestaggio-d'innanzi-al-drunks-e-omertà", nonchè nel capolavoro di Fausto nicastro bastonicastro "Mani bucate e autoerotismo", Accresce il suo carisma in maniera sproporzionata masticando una pipa perennemente spenta.
Ho anche conosciuto (de visu) la carerrima Manu, anche se probabilmente per comunicare in modo appropriato abbiamo bisogno (ancora) di due portatili connessi in rete locale con msn installato :).
Ho visto cose che voi Milanesi non potete nemmeno immaginare, tipo la birra media a 1.50€ o la pizza margherita a 2.20€ o 16 gradi di temperatura.
Ho assistito ad un matrimonio celebrato con rito ortodosso (ah! i bei tempi andati della fallocrazia), con tanto di formule in greco, svoltosi in una chiesetta, la Martorana, davvero splendida, con soffitti dorati a mosaico bizzantini ed inserti barocchi.
Ho visto una chiesa, la Casa Professa, decorata da non so quanti marmi diversi a comporre fregi ed intarsi unici.
Ho visto la casa di Cagliostro ("da oggi anche senza spazzatura, cavalca il Cagliostro!"), quella delle prime scene del film di Ciprì e Maresco.
Ho visto i mercati di Palermo, solo due in verità (sono tre), la Vucciria e Ballarò (senza Floris) che con patate bollite ed ambulanti vari mi hanno trasmesso una sensazione di indefinibile "comunitarietà" (forse un pò da sociologi, ma non mi so esprimere meglio).
Per il resto amicizia (nuova e rinnovata) e convivialità più o meno spinta e la promessa di tornare per vedere il resto e mangiare un Kebab al pollo.
A parte la piacevolezza della visita e la voglia di restare ancora, la mia confusione mentale è peggiorata: siamo sull'orlo di un epocale cambiamento o di una ennesima ricaduta? Ai glutei l'arcaica senescenza.