In questi giorni, più che in passato, mi sto rendendo conto di quanto il mio stato d'animo sia terribilmente mutevole, di quanto un piccolissimo particolare (a volte solo il volgere di qualche minuto o addirittura secondo) possa cambiare la mia percezione di una stessa identica situazione. In questi giorni credo di essermi avvicinato pericolosamente alla ciclotimia (che come mi insegna il buon Tucanto è "Nello stesso individuo possono convivere continue oscillazioni dell’umore che vanno dalla depressione all’euforia quasi sempre contenute nella loro espressività -temperamento- con rare fasi di normalità, fino all’eventuale comparsa di flessione affettiva o di esaltazione di maggiore gravità e durata -malattia-") patologica.
So che scopro l’acqua calda, ma, in termini di stato d’animo, stare in casa non è come stare in università, il mattino non è come il pomeriggio né come la sera, leggere un libro non è come parlare con qualcuno…lasciamo stare poi i contatti con l’altro sesso. La cosa significativa è che tutti questi fattori non hanno sempre lo stesso effetto, alcuni sono poi più variabili di altri (specie l’ultimo) e l’alternarsi rapidissimo di situazioni e la mia iperriflessività (come sono postmoderno…) mi danno l’idea di essere completamente preda della mia emotività e degli sregolati biochimismi del mio cervello. Vabbè, basta per ora, il post è già lungo a sufficienza, preferisco fermarmi e vedere se qualcuno riuscirà a farsi venire la voglia di leggerlo (per poi chiedersi: chi me lo ha fatto fare?!?)