martedì, ottobre 10, 2006

Something intimistic


Cose che non capisco...
Sparse, non tutte così piacevoli quanto alcune...

Un equilibrio delicatissimo tra forze di portata incommensurabile, tra attrazione e repulsione, un equilibrio che prende forma tra gli atomi ed i loro componenti tanto quanto tra le persone. Eccedere in un senso significa collassare l'uno nell'altro, perdendo se stessi per fondersi, abbandonare la propria fisicità e trascendere in forma di pura energia (fate gli adeguati adattamenti), eccedere nell'altro significa il gelo della solitudine, il vuoto degli spazi immensi tra le stelle, l'espulsione dal tessuto sociale (sempre per restare in entrambi gli ambiti).
Per l'uomo (essere umano) ci sono limiti a questi estremi: la solitudine in senso stretto è una questione ineludibilmente esistenziale, come pure la connessione, più o meno significativa e superficiale, ai nostri simili. I nostri significati sono senza dubbio nostri, ma mai solo ed esclusivamente nostri. Ma mi sto perdendo.

Il mondo ospita bellezza in misura e forme che tendenzialmente ignoriamo. Banalità come "la bellezza sta nelle piccole cose" o variazioni sul tema, acquistano alle volte una verità shockante, specie quando ti ritrovi ebete a pensare ad un sorriso, al blu intenso e vivo del cielo nelle fredde notti in cui tira la tramontana, alla luce obliqua e calda che bagna le mura di antichi palazzi in un pomeriggio ancora caldo di inizio autunno e ad un'infinità di altre cose...un incanto alla "sacchetto di plastica che danza nel vento in american beauty".

Ovviamente, visto che già stavo sdrammatizzando, mi viene in mente la puntata dei Griffin in cui Peter si incanta a guardare il famoso sacchetto di plastica danzante e dio si lamenta:
"Maledizione! E' solo un dannato sacchetto di plastica! Hai idea di quanto sia complesso il tuo sistema circolatorio".

Si può avere paura di un'infinità di cose, di dire e fare le cose sbagliate, tanto quanto di dire e fare quelle giuste, il rischio è un'altra di quelle componenti ineliminabili della vita, tanto vale cominciare il più presto possibile a venirci a patti, non farsi attanagliare e sperimentare il più possibile godendo realmente della fortuita concatenazione di eventi che ci ha permesso di esistere.

Lo so, lo so, frasi in libertà, ma sto cercando di ricarburare e poi il grande Giulio/Durkheim dice che gli piacciono i miei post intimisti hehe. Vedrò di riprendere a fare meglio.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Tutto ciò mi fa venire in mente il mai troppo apprezzato Genna, che su giugenna.com sta da tempo portando avanti le sue meditazioni sull'iper-romanzo a venire. Oggi a pranzo magari pranzo in Bicocca, a dopo!

g.

Anonimo ha detto...

Visto che ti lamenti... eccomi qui, dopo aver lavorato per 8 ore filate ad una stupida revisione di bozza...
Per quale dannatissimo motivo sembra sempre che tu stia parlando con me?
Comunque,inizio ad odiare Lurano, Verdello e Treviglio, e tutta la bassa al completo.
bcio
Sh

Gert_dal_pozzo ha detto...

Sei tu che leggendo parli con te Sh, almeno, tanto quanto io parlo con me scrivendo.

Anonimo ha detto...

ma che cosa vi siete detti??

Anonimo ha detto...

Adoro leggere nello stream of consciousness di chi non conosco. Mi sembra di toccare per un millesimo secondo il suo pensare. Parli di equilibrio, di forze, come se lo cercassi e lottassi con l’ago della bilancia. “In medio stat virus”, ma ahimè siam noi che decidiamo quel medio, una scelta che può comportare un’estremismo, indipendentemente da quale parte. In genere è il compromesso che ci spinge all’accettazione di quel “medio”. Ma per me è l’esplorare, il conoscere, il vivere la situazione del limite, per poi ritrovarmi nel medio, nel mio amato equilibrio, con una più consolidata consapevolezza di cos’è nella realtà quotidiana l’estremo, per poterlo poi sfruttare a mio favore. È la terza faccia della medaglia, la conoscenza. E come te provo a “sperimentare il più possibile godendo realmente della fortuita concatenazione di eventi che ci ha permesso di esistere” senza esserne vittima, ma semplicemente partecipe.
Good luck
Rachel

Gert_dal_pozzo ha detto...

A me fa piacere ricevere feedback da nuovi lettori. Grazie del commento.
Comunque nelle mie parole non si celava il desiderio di ricerca di un tale equilibrio, quanto la realizzazione del fatto che questo equilibrio ci sia, evinta dal semplice dato esperienziale dell'esistenza (in senso fisico, sociale, psichico). Trattasi pur sempre di equilibrio dinamico, l'apporto dell'esperienza è indispensabile ed inevitabile e comunque non si "arriva" mai, non c'è una "rivelazione ultima", un traguardo.
Dalle pretese di raggiungimento del medio mi tengo distante (almeno a livello speculativo), anche perché si tratta di una concezione troppo statica, che da per scontato che l’equilibrio, o comunque l’optimum, sia equidistante da una coppia (perché proprio due?) di principi antitetici, il che, per altro, restringe molto la complessità dell’esistente. Potrei non sembrare coerente con quanto scritto nel post, ma, come dicevo, non avevo nessun desiderio di trovare la medietas e stavo considerando una peculiare relazione tra due aspetti molto generali, senza pretese di esaustività.

Anonimo ha detto...

Got tired of wastin' gas livin' above the planets
Mister, show me the way to Earth
The boys in Quadrant 44, with their vicious metal hounds
Never come around here no more
Sometimes I wonder if I'm still alive
I'm six-feet down at age 25
Maxwell led the demon rock hand jive


Spesso quello che cerchi è più vicino di quanto pensi e per trovarlo basta spostare impercettibilmente il punto di vista... equilibrio.. amare, credere, dormire, osare, guardare in alto.. e in basso.. ma mai all'altezza giusta.. l'equilibrio e la sospensione.. legati indissolubilmente.. una nebulosa incomprensibile che nasconde a occhi umani sensazioni solo immaginabili. stasi eterna del movimento... ma cosa sto dicendo.. a volte, sì, frasi in libertà, possono sostituire la nostra paura di rompere l'equilibrio... ne vale la pena?
a mio parere, sempre!
sei profondo, non rimanere nella calda luce obliqua...
lo dici tu, il rischio è una componente ineliminabile e bisogna farci i conti..
buona fortuna

p'c

Gert_dal_pozzo ha detto...

Non sono riuscito a farmi capire, non cerco nessun equilibrio, l'equilibrio, dinamico, è un fatto. Cmq, non voglio sproloquiare di nuovo. Grazie per il complimento e per la partecipazione.

Gert_dal_pozzo ha detto...

@p'c: Nn mi permette di lasciare commenti sul tuo blog...dommage

Anonimo ha detto...

uhm... sarà che non sono mai stata una fan dell'equilibrio... o almeno mi è sempre piaciuto solo come entità da spostare e cambiare... magari anche questo è un tipo di equilibrio... chissà.. è un argomento interessante..

non so perchè non riesci a mettere post nel mio blog.. provvederò!!

ciao

p'C

Anonimo ha detto...

uhm... sarà che non sono mai stata una fan dell'equilibrio... o almeno mi è sempre piaciuto solo come entità da spostare e cambiare... magari anche questo è un tipo di equilibrio... chissà.. è un argomento interessante..

non so perchè non riesci a mettere post nel mio blog.. provvederò!!

ciao

p'C