Ieri altra giornata delirante.
Per la titanica istituzione universitaria della bicocca siamo poco meno che numeri, dunque ritengono di poter fare tutto ciò che gli garba, non solo senza tenere in conto le nostre esigenze, ma senza nemmeno prendersi la briga di inventarsi motivazioni credibili almeno per le azioni più assurde. Ulcera a pacchi, anche solo perchè ho seguito corsi sulla gestione, sulla partecipazione, sulle carenze istituzionali, sulla cura dei diritti di chi si trova in posizione dominata e non dominante...tutte parole del cazzo.
Parole senza senso, con l'unico obiettivo di farci sembrare competenti in qualcosa (Haha), di farli sembrare competenti in qualcosa, di farli sembrare utili. Non so, forse fa parte anche questo della didattica, intendo, insegnarci che saremo puttane asservite ai rapporti di forza politici entro le istituzioni per le quali lavoreremo, agli umori di gerontocrati del cazzo che non contano quanto vorrebbero e dunque, in quello in cui contano, scaricano a fiotti la frustrazione accumulata o gli effetti dello smarrimento del senso del limite, dell'empatia, a volte addirittura della sanità mentale (La filosofia ti porta via...).
Burocrati e professori, professori e burocrati, tutti che fanno a gara a risultare più stronzi, più abbietti, falsi, arroganti...inutile stare a cercare altri aggettivi. Intanto la mia laurea se ne va completamente a data da destinarsi, certo io sono impantanato nel mio impasse, ma le mitiche novità del calendario, del regolamento didattico, ma soprattutto, l'assoluta mancanza di riferimenti certi e l'inconcepibile ed immotivata frenesia del cambiamento, la fragilità dei suoi risultati e la tendenza vertiginosamente discendente del tutto...bhe, Durkheim parlava di "anomia", alla lettera situazione di assenza, inadeguatezza, inefficacia delle norme, si sarebbe divertito parecchio buttando un'occhio da noi.
Probabilmente mi lagno di qualcosa che è comune e diffuso (in questa misura, almeno in Italia) e non dovrei prendermela tanto, ma francamente non ci riesco, sono snervato ed esausto, schifato dall'assoluta incoerenza (con buona pace di wilde) tra l'insegnamento e la realtà fattuale relativa al posto in cui il fottuto insegnamento viene impartito.
Sdegno, rabbia, follia omicida, che credevo scemata dopo una birretta con amici, e che culmina durante il viaggio di ritorno in treno, con uno coglione, alto due metri, primo anno di università, che per tutta la tratta canta una canzoncina da asilo sulle lettere dell'alfabeto in un falsetto del cazzo ed è tanto odioso che per tre volte, senza per altro essere ascoltata, perfino la sua ragazza gli chiede di smettere.
La serata almeno è stata tranquilla e tranquillizzante grazie ad una lunga, lenitiva, appassionata telefonata e alla compagnia di alcune simpatiche amiche (ho conosciuto la p'c tra le altre cose) ed al confortante intorno del "luogo esotico" ovvero il "circolino basso".
Per la titanica istituzione universitaria della bicocca siamo poco meno che numeri, dunque ritengono di poter fare tutto ciò che gli garba, non solo senza tenere in conto le nostre esigenze, ma senza nemmeno prendersi la briga di inventarsi motivazioni credibili almeno per le azioni più assurde. Ulcera a pacchi, anche solo perchè ho seguito corsi sulla gestione, sulla partecipazione, sulle carenze istituzionali, sulla cura dei diritti di chi si trova in posizione dominata e non dominante...tutte parole del cazzo.
Parole senza senso, con l'unico obiettivo di farci sembrare competenti in qualcosa (Haha), di farli sembrare competenti in qualcosa, di farli sembrare utili. Non so, forse fa parte anche questo della didattica, intendo, insegnarci che saremo puttane asservite ai rapporti di forza politici entro le istituzioni per le quali lavoreremo, agli umori di gerontocrati del cazzo che non contano quanto vorrebbero e dunque, in quello in cui contano, scaricano a fiotti la frustrazione accumulata o gli effetti dello smarrimento del senso del limite, dell'empatia, a volte addirittura della sanità mentale (La filosofia ti porta via...).
Burocrati e professori, professori e burocrati, tutti che fanno a gara a risultare più stronzi, più abbietti, falsi, arroganti...inutile stare a cercare altri aggettivi. Intanto la mia laurea se ne va completamente a data da destinarsi, certo io sono impantanato nel mio impasse, ma le mitiche novità del calendario, del regolamento didattico, ma soprattutto, l'assoluta mancanza di riferimenti certi e l'inconcepibile ed immotivata frenesia del cambiamento, la fragilità dei suoi risultati e la tendenza vertiginosamente discendente del tutto...bhe, Durkheim parlava di "anomia", alla lettera situazione di assenza, inadeguatezza, inefficacia delle norme, si sarebbe divertito parecchio buttando un'occhio da noi.
Probabilmente mi lagno di qualcosa che è comune e diffuso (in questa misura, almeno in Italia) e non dovrei prendermela tanto, ma francamente non ci riesco, sono snervato ed esausto, schifato dall'assoluta incoerenza (con buona pace di wilde) tra l'insegnamento e la realtà fattuale relativa al posto in cui il fottuto insegnamento viene impartito.
Sdegno, rabbia, follia omicida, che credevo scemata dopo una birretta con amici, e che culmina durante il viaggio di ritorno in treno, con uno coglione, alto due metri, primo anno di università, che per tutta la tratta canta una canzoncina da asilo sulle lettere dell'alfabeto in un falsetto del cazzo ed è tanto odioso che per tre volte, senza per altro essere ascoltata, perfino la sua ragazza gli chiede di smettere.
La serata almeno è stata tranquilla e tranquillizzante grazie ad una lunga, lenitiva, appassionata telefonata e alla compagnia di alcune simpatiche amiche (ho conosciuto la p'c tra le altre cose) ed al confortante intorno del "luogo esotico" ovvero il "circolino basso".
5 commenti:
Inutile agitarsi: è tutta colpa del clima. Non so a Bergamo, ma qui a Milano, oggi c'erano 26-27 gradi. Ora: tra pochi giorni, come sottolinea Antonia Meregalli, nota meteorologa dialettale nonchè nonna materna del sottoscritto: "Sem arivaà al dì di mort...e l'è ancura cald, mi ghe la fu no!!!". Anche una ultraottantenne solitamente poco avvezza al freddo, non ce la più a vivere in questa estate fasulla perenne. Come darle torto? Oggi giravo in camicia, dopo aver lasciato sullo schienale del sedile un'impronta a base di sudore riflessa in maniera imbarazzante per la camicia stessa.
g.
Vi è mai capitato, in quelle giornate calde (anche se pieno inverno) e afose con nuvole basse e opprimenti, quelle giornate che ti fanno inevitabilmente sentire opaco e appiccicososo, di sperare intensamente di essere bagnato fino al midollo? di essere impregnto d'acqua tanto da quasi annegare? di lasciare che tutto scivoli via? lavar via tutto il grigiume?
é vero siamo tutti in attesa dei primi freddi che ci permettano di andare unpo' in letargo.. in modo che la nostra coscienza non ne sia troppo turbata.
Eppure questo limbo metereologico mi sta bene, rispecchia un po' il mio stato d'animo incapace di prendere vere decisioni, per me stessa. Portare avanti cose che sai inevitabilmente destinate a morire, come un'estate troppo lunga che si ostina a non mollare.
Questo sapore dolciastro che resta in bocca dopo l'ennesimo tea sa di chimica fatta apposta per sedarti.
Vivere senza impegnarsi in nulla, riempire ossessivamente il tempo con cose futili in modo da sentirsi meno soli... non attaccarsi a nessuno ed attaccarsi a tutti.
.. e quando ti fermi?
Aspettative deluse, corse vertiginose fermate da un muro..
Per un motivo che non mi è dato sapere, blogger non mi permette di pubblicare nessun nuovo post. Non riesco a capire la natura dell'errore segnalato e non so quando riuscirò a risolvere. So che starete per giorni in lutto, ma volevo solo avvisare.
ma che coglioni.. sono stato scorretto verso la calloni.. cosa mi capiterà???
Mi permetto di consigliare a tutti gli amici del bosco di Bru il blog di due miei amici...
http://www.pigpenblog.blogspot.com/
baci
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