Rassicurazione...
A volte capita di sentirsi deboli, insicuri, imbranati, incapaci di gestire anche la più stupida delle situazioni. Si può semplicemente arrendersi all'idea di essere imbranati cronici e passare sopra al problema, sperando forse di avere vicino qualcuno in grado di aiutarci. Questa "soluzione" però non è sempre applicabile, perché ci sono cose che possono essere fatte solo in prima persona e, nella maggior parte dei casi, le cose importanti ricadono in questa categoria. Quanto detto è, credo, tanto più vero quanto più l'età avanza.
Capita, nelle circostanze in cui si verifica la necessità di affrontare da soli i propri problemi, di farsi prendere dal panico, spesso per sovrastima del problema e/o per sottostima della propria capacità di risolverlo. La paura, che nasce come ottimo strumento di sopravvivenza, in circostanze simili, tende ad avere il deleterio effetto di profezia che si autoadempie: una cosa da nulla, o magari una situazione la cui gestione è impegnativa ma possibile, diventano ostacoli insormontabili. L'ansia finisce per far fare cose immensamente stupide, finisce per portare qualsiasi cosa all'esasperazione, per far chiedere insensate e pedanti rassicurazioni a persone con cui crediamo di avere un problema che, magari, proprio questa richiesta pone in essere. Seguendo questa strada non si fa altro che essere artefici di epiloghi nefasti.
Ci vuole coraggio e non parlo di coraggio da eroi, di coraggio con la C maiuscola, parlo di un coraggio molto più piccolo e banale, di un coraggio quotidiano, che, pare, ai tempi dei nostri genitori e, ancor di più, dei nostri nonni si trovava in chiunque fin dalla più tenera età, o quasi. Il mondo era più duro allora e si badava alla sostanza delle cose, non in quest'epoca di bamboccioni eterni infanti. Non so quanto sono ironico...
Il coraggio serve per fare serenamente le scelte di tutti i giorni, sapendo di poter sbagliare e soffrire, ma agendo per ottenere ciò che si desidera in modo poi da non ritrovarsi con in mano solo sogni e speranze, a prendere, pioggia aspettando treni già passati in una stazione deserta.
Lo so, è tutto molto banale...ma, ancora una volta, sono riflessioni contestuali.