Non so esattamente cosa mi stia succedendo in questi giorni.
Sono nervoso e stressato come raramente prima d'ora, ma la cosa più strana è che non ho idea di cosa concretamente mi faccia stare così. Ok c'è la tesi, ok c'è la fine della vita da studente, ma queste cose non mi bastano come spiegazione, ho sempre la sensazione di un qualcosa oltre di inafferrabile, ma presente.
Magari è solo "anomia", la mancanza di un inquadramento stabile per le mie giornate, d’altronde ho finito i corsi e vengo in università molto più di rado. Restare a casa troppo spesso mi fa male all'umore, benché non sia sufficiente "uscire di casa" per risolvere.
spero a breve di potermi mettere sotto con la tesi, inoltre, da venerdì comincerò a lavorare in università. Immagino che queste cose dovrebbero aiutarmi. Sono sempre stato un "contemplativo" e ho sempre grandemente subito il "fascino del vuoto".
Il vortice del pensiero chiuso in se stesso, però, negli ultimi anni, man mano che si è fatta strada la consapevolezza profonda che il tempo non è infinito benché per tutto ci voglia tempo, ha cominciato a nausearmi, a stancarmi, a farmi male.
Il malessere dovrebbe essere spinta sufficiente all'azione, ma c'è l'inerzia dell'abitudine, di quel fascino di cui parlavo sopra e comunque resta il fatto che sono un "contemplativo" e non un "frenetico". Devo elaborare le mie vie di mezzo, i miei tempi e i miei spazi, parallelamente devo capire il mio nuovo me, i miei desideri, bisogni, aspirazioni e non c'è "prima uno, poi l'altro", le due cose sono contestuali e proprio in questo sta la complessità.
Sono nervoso e stressato come raramente prima d'ora, ma la cosa più strana è che non ho idea di cosa concretamente mi faccia stare così. Ok c'è la tesi, ok c'è la fine della vita da studente, ma queste cose non mi bastano come spiegazione, ho sempre la sensazione di un qualcosa oltre di inafferrabile, ma presente.
Magari è solo "anomia", la mancanza di un inquadramento stabile per le mie giornate, d’altronde ho finito i corsi e vengo in università molto più di rado. Restare a casa troppo spesso mi fa male all'umore, benché non sia sufficiente "uscire di casa" per risolvere.
spero a breve di potermi mettere sotto con la tesi, inoltre, da venerdì comincerò a lavorare in università. Immagino che queste cose dovrebbero aiutarmi. Sono sempre stato un "contemplativo" e ho sempre grandemente subito il "fascino del vuoto".
Il vortice del pensiero chiuso in se stesso, però, negli ultimi anni, man mano che si è fatta strada la consapevolezza profonda che il tempo non è infinito benché per tutto ci voglia tempo, ha cominciato a nausearmi, a stancarmi, a farmi male.
Il malessere dovrebbe essere spinta sufficiente all'azione, ma c'è l'inerzia dell'abitudine, di quel fascino di cui parlavo sopra e comunque resta il fatto che sono un "contemplativo" e non un "frenetico". Devo elaborare le mie vie di mezzo, i miei tempi e i miei spazi, parallelamente devo capire il mio nuovo me, i miei desideri, bisogni, aspirazioni e non c'è "prima uno, poi l'altro", le due cose sono contestuali e proprio in questo sta la complessità.
...e comunque è autunno (anche se oggi fa caldo) e questo spiega molte cose...
2 commenti:
ah, caro il mio barone, come ti capisco... e cmq si sa che si da sempre la colpa al tempo metereologico, ma c'entra di rado. attribuzione esterna ftw.
oh, ho finito la parte di basso, mi sono stradivertito! e adesso... SYNTH!!!
Capisco la tua sensazione Bbru, è la stessa in cui cado se per due giorni di fila non mi capita una bella storia da inseguire o qualcosa da fare o di cui scrivere. Oggi per esempio è una di quelle giornate che non dimenticherò facilmente.
Dovevo trovarmi alle 15 presso la hall del Principe di Savoia, l'equivalente menenghino del Waldorf Astoria, o degli Hilton ( non del Milano Hilton però, che fa pena ). Arrivo in anticipo, come sempre. L'ambiente è chiaramente raffinato, maestoso, sembra di stare in una cartolina. Fin troppo. Ho dato un'occhiata ai prezzi delle stanze in internet, le più sfigate costano seicento euro a pernottamento. La suite presidenziale, 160 metri quadrati di sputi in faccia alla miseria, 14,500 euro a notte. Non ho neanche avuto il coraggio di scrivere la cifra in lettere.
Devo incontrarmi con un sarto, anzi, forse con uno dei migliori sarti italiani. Uno che passa la vita a giare il mondo e a prendere le misure a gente come Putin o Mubarak. Si presenta puntualissimo, impeccabile, indossa un completo ( credo di Brioni ) che a occhio e croce corrisponde a dieci mensilità di un operaio. E' una persona speciale, gentilissima, chiacchieriamo un pò nella hall, un luogo allucinante con il soffitto a vetrata. L'albergo è semideserto, c'è solo il personale e alcuni oligarchi russi intenti a chiacchierare. A un certo punto squilla il telefono, e arriva il secondo motivo che renderà la giornata indimenticabile. E' arrivata la madre di Maurizia Paradiso in stazione centrale.
Sembra uscita da un film di David Lynch, è una vecchina apparentemente fragilissima, occhi azzurri, cappello di lana in testa.
Ciao
g.
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