lunedì, settembre 17, 2007

8 cose su di me


Molto rapidamente e solo considerando il fatto che il "teribbile" esame di filosofia politica (penultimo della mia carriera universitaria) che pensavo mattutino, ho scoperto di averlo in realtà di pomeriggio.

Cose che dovevo fare:
  • continuare a scrivere sul bolg (appunto).
  • finire di scrivere una accurata quanto lunga risposta alla domanda che il buon g. mi aveva posto replicando al post precedente (stavo sforando la pagina, ma l'ho lasciata li per intervenuti problemi di connessione).
  • rispondere alla cara Amanda in modo quantomai appropriato (vedi problema punto precedente)
  • obbedire all'ingiunzione della cara Mandeorla, dunque a seguire...
...a seguire otto (mo vediamo) verità - curiosità - pettegolezzi che mi riguardano. Temo che potrei essere almeno un pò brutalmente sincero, ma visto che il soggetto sono io, farò male solo a me stesso.
  1. Ho la fissazione assurda di essere "corretto" (anche se, com'è ovvio, passo fin troppo tempo a capire che significa) e mi preoccupo fin troppo di cosa possano pensare gli altri. Il che non significa affatto che poi io sia sempre "corretto" o che voglia sempre esserlo, anzi, è solo che ho l'ossessione.
  2. Sono figlio di mio padre e di mia madre (ma va!), un ingegnere ed un'insegnante di lettere e sono costantemente lacerato (come già ho detto altre volte in altre forme) tra una parte razionale e logica che di norma e per i più è la più evidente e, forse dominante, ed una più emotiva e passionale che si vede in momenti specifici e che mi fa costantemente sentire scontento rispetto a come sono (nel senso di razionale). E questa sarebbe solo la punta dell'iceberg delle mie contraddizioni laceranti di origine familiare...
  3. Da piccolo schifavo peperoni, melanzane e carciofi. Adesso schifo solo i carciofi, peperoni e melanzane li adoro.
  4. Ho fatto un sacco di esperienze tipiche (almeno per la mia generazione se non per la mia epoca) da un pò a molto in ritardo rispetto a quando sarebbe tipico farle, ma non ho ancora capito se questa cosa ha degli aspetti positivi o sono solo un tardone.
  5. Odio il "tempo espanso" ovvero quello che si sperimenta nel periodo (da poche ore a qualche giorno) prima di un evento sgradevole ed inevitabile. Questo tempo sembra non passare mai eppure finire troppo in fretta perchè ti viene da fare tutto tranne quello che dovresti fare per prepararti al meglio al momento sgradevole incombente e, siccome ti sembra tempo vuoto, finisci per riempirlo pensando ad un sacco di cose, tutte comunque non particolarmente gradevoli e siccome i cattivi pensieri sono additivi, anzi, moltiplicativi...
  6. La mia ciclotimia (frequenti sbalzi di umore) mi qualifica tanto quanto la mia tendenza alla logorrea e alla capacità di impegnarmi a convincere di qualcosa me stesso, mentre sto parlando con altri. Ho anche qualche pregio :)
  7. E' da qualche anno, e la cosa peggiora con il tempo, che mi atterrisce realizzare quanto sono diventato "vecchio".
  8. Riesco ad essere terribilmente fatalista e sono ossessionato dall'empatia. La via del sociologo è contemporaneamente la migliore e la peggiore che potessi scegliere.
A questo punto, secondo le istruzioni di mandorla, dovrei indicare altre otto vittime designate di questo autosputtanamento (come se non lo facessi già di mio). Ma per motivi che le ho già spiegato, indicherò l'unica persona dotata di blog (attivo) oltre lei che conosco.

Amanda

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Vecchio? Nato nel 1980? La mia bisnonna era vecchia, era nata nel 1903 ed è morta a 103 anni. Lei era vecchia. Siamo circondati da un sistema che ci fa sentire in obbligo di essere perennemente un passo avanti, con buona pace dei Madness e di "One step beyond". Il motivo è semplice: se un tempo l'obsolescenza era contenuta negli oggetti industriali, oggi è relegata ad angosciare gli esseri umani. Il terrore di non essere al passo coi tempi. Chiaro che una Olivetti Divisumma o una Lettera 22 non si pongano il problema. Ma gli esseri umani si; è un peccato, anche se pensi che Moravia ha scritto "Gli Indifferenti" a ventuno anni, e mi pare anche pagando per pubblicarlo. Per quanto riguarda l'età, è un discorso che conta solo per chi ha già scelto, e sono scelte che incosciamente si fanno già prima delle elementari, di avere una vita convenzionale, in senso positivo, per carità. C'è un gran bisogno, soprattutto oggi, di vite convenzionali. Tutti pensano di essere eccezionali, non è mica così.
In quel caso, se sei per esempio un ingegnere logistico, ha senso fare tutte le tappe in orario. Correre verso lo stage pagato nella multinazionale. Bramare l'assunzione. Piangere il giorno che ti viene comunicata. In realtà sono stronzate. Fare le cose in tempo, perchè? Per laurearsi in sociologia? Pensa alle gerarchie dei bisogni di Maslow, voi cristo, queste cose le dovreste sapere meglio di me, cazzo, fate la specialistica. Hai tutto, perchè affrettarti? In questi giorni sono spesso a pranzo con mio padre, ci ubriachiamo e si parla di minchiate, tra un sociologo triennale e un ex bancario, psicologo fallito, ex sceneggiatore di fumetti pornografici, ed ora iscritto a Lettere in Statale. L'altro giorno mi spiegava che è inutile incolpare i genitori delle proprie debolezze. Dei propri guai. E' solo un modo di giustificarsi. Sei timido? Non riesci a dire quello che pensi? Dai la colpa alla timidezza paterna che hai acquisito per imitazione. E' quello che faccio io ogni giorno. Cazzate. Le cose si possono cambiare, è che fa più comodo, per la nostra mente, fare così. Con buona pace di chi legge qui e trova tutto ancora più noioso di Bevilacqua (grandissimo autore peraltro, leggete "La polvere sull'erba"), picchiatevelo in culo, sempre che non vi faccia piacere.
Ciao Bbru, un abbraccio,

g.

Anonimo ha detto...

boh.. a me è appena uscito un pezzo di polpettone dal naso, può essere pure che questa sia una tappa della mia vita che di convenzionale non ha mai avuto decisamente un cazzo

Anonimo ha detto...

come fare a uscire da questo fiume di merda puliti e profumati? Io non ho speranza, io ho fede

Ascoltate i Massimo Volume!

g.

Anonimo ha detto...

La lacerazione interiore,che ci spinge contemporaneamente verso due poli opposti è caratteristica tipica dell'uomo post-moderno: non devi sentirti isolato,male o "strano" per questo.
Le persone tutte di un pezzo non esistono più,o meglio,non sono mai esistite. Trattasi solo di un espediente per far star male i posteri: noi eravamo meglio di voi.
Gli anziani gongolano e noi ci sentiamo disadattati... non dar loro questa soddisfazione!
Loro non possono essere meglio di noi,loro non avevano un blog. ;)
Siamo tutti sullo stesso barcone dall'aspetto triviale, non sei solo.
Non devi sentirti male.
C'è chi sta peggio di te.
C'è chi si sente peggio di te...
Su su... inizia a ritrovare la poesia in ogni cosa... la poesia c'è sempre...
inizia ad amare ed apprezzare le piccole cose...
come i peperoni e le melanzane...chissà,magari un giorno inizierai ad amare anche i carciofi... tutto dipede sempre da come li si prepara... magari poi ti posto qualche ricetta...
ama le piccole cose...
e piano piano le cose miglioreranno.