Siamo tutti pazzi.
Altra dichiarazione inutile, scontata, banale...lo so.
Il filo che separa i folli dai savi non mi è mai sembrato più sottile di come mi sembra ora. Quel famoso "contratto" siglato dalla comunità degli uomini per non vivere come lupi tra i lupi, conteneva obblighi relativi al comportamento, norme sociali da rispettare.
Proprio perchè contratto, è venuto dopo, non era "natura" e poiché nell'uomo, in ogni singolo uomo, ma, in certa misura, nell'umanità nel suo complesso, opposte tendenze si miscelano in modo vario.
Allora quella "natura" oppressa dalla "necessità" (che paradossalmente ancora nella natura trova il suo fondamento) nuovamente occhieggia quando le maglie degli obblighi sociali si fanno più larghe, quando i meccanismi produttori di conformità si inceppano, quando il mondo-io trova troppe incongruenze nel mondo-noi/mondo-tutti e quando queste incoerenze non possono essere contenute nel sogno, nella masturbazione, nell'astrazione, ecc. ; quando la tensione che da queste discrepanze non può essere sfogata con lo sfinimento più o meno rituale del corpo o l'obliterazione più o meno totale della mente.
Allora, di volta in volta, riscopriamo il delirio delle nostre proprie verità assolute, la certezza dei nostri mondi-io si infrange con l’incertezza dell’esterno, l’incomunicabilità ritorna ad incombere ed ancora una volta un aspra solitudine ci fa negare tutto ciò che ci accomuna in natura, che non conosciamo poiché ciò che abbiamo fatto che ci accomunasse in “cultura” lo cela e lo dimentica.
Ancora, quand'anche l'autocoscienza fosse piena ed accettasse la paternità di quelle pulsioni esiliate, riconoscendo la necessità di uno sforzo attivo nel controllarle, potrebbe sottovalutare la portata delle tensioni necessarie per attuare quest'ultimo e dimenticare l'inevitabile sudditanza di un intelletto singolare o collettivo rispetto alla "natura", alla complessità dell'essere e del divenire.
1 commento:
Abbrù,'mmazza che bbotta!ecco dove si era cacciato l'autore di questo blog,bentornato all'ovile dell' avviluppamento mentale contorto di intestini tubolari!
Follia,ottimo argomento.Ci convivo da sempre,lo sai e vorrei porti la questione in altri termini: cosa nasconde il limite nonchè la follia stessa?l'effetto devastante che la violenza derivata da quest' ultima, a sua volta proveniente da chissàdove, cosa produce su terzi?il celare con spietata-il maggior numero di volte inconsapevolmente, le altre per stizza o menefreghismo o,ancora, mancanza di controllo-determinazione la realtà di un mobbing familiare che peggiora di continuo, la cui intensità è follemente legata a turbe psicologico-emotive con un filo che puzza di sangue stantio..come ne parleresti? Se ti va ti do un piccolo aiuto,dicendoti che si sta in un postmoderno ungarettiano:come sugli alberi le foglie.Però i rami sopra fanno cadere saponette, che non lasciano lividi su noi sotto no? e chi sta ai piani bassi si deve adattare e digerire la cruda realtà perchè la colpa sarà della gravità e solo il tuo fragile picciolo ti potrà aiutare nel resistere a chi ti rema contro: i tuoi vicini non stanno meglio magari e non hanno mezzi adatti: anche loro hanno un solo "picciolo".
Poi capisci. che anche la saponetta aveva un suo perchè, e sopra una piùgrossa della tua forse. che tutto il ruggine che ti porti dentro e con cui sporchi i fogli non è una colpa,stà a te capire che fa tutto parte di un gioco- crudele più con alcuni che con altri, innegabile - folle,matto,che nel suo oscillare da picchi ad abissi possiede anch'esso una propria ripetitività, banalità.=Cavalca la sinusoide anche quando hai finito le munizioni=.
Come tutto quello che ho scritto,perchè questo è sempre successo, e continuerà così.
E non è vero che tutto si lava mentre lo è che nulla è per sempre per fortuna, neppure se lo vogliamo spesso.
Lo si impara dopo un po'-credo- che il mondo carta da zucchero dentro il quale si può vivere non è una colpa,e non lo è neppure per la saponetta, e in fondo anche lei ha dei meriti: ti ha messo tra i carri armati.
Solo che spesso la caduta acceca e allora non vedi l'ora di staccarti dal ramo,o ti stacchi da te, e non vuoi finire sulla terra per fare davvero qualcosa e diventare tu foglia albero che vuoi, bensì sull'asfalto,inerte e sterile,per non richiare di essere humus.
Allora il dolore della follia è così forte che diventa un mulinello traditore che ti risucchia tra le sue mille pastiglie di nefandezze. Impari agodere dellimaccioso groviglio che haui attorno-poi ti dicono che spaventeresti giger-.Perchè poi allo specchio ti fai paura e ti accorgi che i superiori ti hanno disegnato proprio bene, sei il perfetto nemico di te stesso:le gocce dai piani alti ti han dato un' altro colore e con esso appiccficato un' altra identità, che tu stesso hai innaffiato e presevato con cura.E tu hai cercato anche da altri alberi foglia lo stesso male:lì la colpa di stare sotto perchè lamento.Sei violentata ormai fogliolina,tenero virgulto rinsecchito, quel cazzo scivoloso te l'hanno fatto proprio sentire tutto e tu giù a succhiarne altri, aprendoti buchi apposta. NOn hai più niente di vergine per te. O forse no? Non credo più molto allo stoicismo:pensiero=libertà no? ma le catene ai polsi restano.Le chiavi sono a portata di zampa ma chi ha il coraggio di sapere che la forza che impieghi a fingere che non ne puoi più di stare su quel ramo la puoi impiegare nel vedere te stessa proiettata e liberarti dalla ricchezzza dentro per creare il riciclo che la accrescerà se vuoi e la salvificherà?
L' unica cosa certa brù è che anche le foglie hanno le cicatrici e a volte superano la loro superficie.
"In faith, in compassion and in love"
Smashing Pumpkins
Amanda dallo specchio con i tubi
Ps:ah, a volte poi le foglie è il vento che le stacca,non è detto che tornino, vanno a vedere il mondo e trovano tante cose, non per forza una, a volte tante in una, finiscono i confini, anche tra lecito e illecito e si vedono allo specchio. Non se lo portano a casa ma capiscono che c'è di peggio delle saponette, e loro le si può sempre usare per surfare sopra al resto del grasso post liposuzione.
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