domenica, maggio 28, 2006

E se...


Riuscirò ad andare in Normandia ad Agosto?
L'estate l'ho sempre caricata di aspettative fin troppo gravose, per poi non fare quasi mai niente, o comunque, quasi mai quello che pensavo avrei fatto.
Quest'anno voglio provare a concretizzare nonostante incertezze e difficoltà (più o meno autoinventate), levarmi la zavorra del "non c'è tempo" e provare a fare questo viaggio.
Ci si andrebbe in macchina, il che farebbe recuperare al viaggio il suo significato originario e denso, privandolo di quell'istantaneità contemporanea che ne fa spesso una seccante formalità (e con ciò intendo cantare con altri due coglioni - il terzo compagno di viaggio non lo conosco - un'infinita serie di canzoni di Elio e le storie tese, raccontarci cazzate, scoprire quanto non sopportiamo la reciproca presenza in ambiente ristretto e cercare di fare piani su come abbordare le francesi con le ovvie deficienze linguistiche). Metterò alla prova il mio ridicolo, scolastico, dimenticato francese, sperando di superare il mio imbarazzo e di non far morire dalle risate tutti quelli con cui parlo.
Bho, vedremo

2 commenti:

Anonimo ha detto...

"Costui ha un rapporto peculiare con i viaggi, che movimenta la vita sua e dei suoi amici in modo sommamente sgradevole. Per molti non ha viaggiato, al punto che la nozione dell'Italia come immagine peninsulare era per lui del tutto favolosa. Crebbe sedentario, scarsamente persuaso dell'esistenza del mondo, che egli considerava essenzialmente come materia per fare atlanti colorati. Amava il Paraguay rosa e il Messico giallo. Tutto faceva credere che sarebbe vissuto in condizione di pace, specializzato in un unico letto, poche sedie, vitto semplice e ripetitivo. Ma un giorno il destino lo fece viaggiare. Scoperse che l'atlante non era un trucco, che il mondo esisteva, che era peno di uomini in modo scandaloso. Da quel momento il blando demente si trasformò in un essere irrequieto, frastornato, tremulo e affannato. Per lunghi periodi non ama i viaggi: li paventa, e se capita l'occasione di andare oltre la periferia della città in cui vive, si dà vittima di malori, affanni, palpitazioni la folla lo sgomenta, il giorno lo abbaglia, la notte è minacciosa, sarà meglio restare in casa. Un giorno si desta con l'impressione che se non fa un viaggio, subito, la sua vita si sbriciolerà come un vecchio biscotto tenuto in tasca da un ragazzetto: detesta la sua casa, diventa ironico verso i cibi, e fa capolino agli angoli delle case, per cogliere, alla sprovvista, una gigantesca moschea"

Prendo in prestito le divertenti parole di un "viaggiatore sedentario"(nonchè pazzo furioso), Giorgio Manganelli, per augurarti "buon viaggio",
Anna

Gert_dal_pozzo ha detto...

Un augurio degno di te Anna...grazie :) e buon viaggio