Ieri California...in versione forse un pò ridotta, ma sempre California...
Molto alcol, molta gente, il mio lato chiassoso che fa faville anche se non mi sentivo del tutto a mio agio, vista la numerosa presenza di gente che non conosco.
Chiacchiere varie, leggere e divertenti, la percezione di una mia dimensione, l'idea, molto importante ora che mi sento (e sono, penso) prossimo all'entrata nel "mondo adulto" (musichetta drammatica da film in sottofondo) che nella mia vita fino ad ora qualcosa ho fatto, ho allacciato rapporti più o meno stretti con molte persone, mi sono conosciuto e cambiato, ho capito e sperimentato.
In una macchina silenziosa escludendo la musica sparata a palla, due brevi scambi e moltissimi viaggi oltre a quello fisico per tornare a casa. La percezione di particella in un corpo enorme che ancora cresce, di percorrerne le vene, i nervi, di solcarne le membra, la percezione vaga di dimensioni titaniche in cui essere parte infinitesima e appena cosciente. Riflessioni sul silenzio che, contro ogni pronostico, è anche mio; sulla potenza che, anche non trasformandosi in atto, ha un suo concreto valore. Tutto dentro di me.
Una notte insonne a digerire cose pesanti nel mio ventre che torna a crescere. Una sveglia che suona ignorata, e la consapevolezza delle responsabilità incombenti. La sensazione di scollamento profondo tra l'esperienza piacevole e la necessità di limitala.
Oggi il mondo gira strano (forse sottosopra): mille tesine da preparare, modalità d'esame non perfettamente chiare, ma anche il ritorno al lavoro saltuario e retribuito a fine settimana.
Molto alcol, molta gente, il mio lato chiassoso che fa faville anche se non mi sentivo del tutto a mio agio, vista la numerosa presenza di gente che non conosco.
Chiacchiere varie, leggere e divertenti, la percezione di una mia dimensione, l'idea, molto importante ora che mi sento (e sono, penso) prossimo all'entrata nel "mondo adulto" (musichetta drammatica da film in sottofondo) che nella mia vita fino ad ora qualcosa ho fatto, ho allacciato rapporti più o meno stretti con molte persone, mi sono conosciuto e cambiato, ho capito e sperimentato.
In una macchina silenziosa escludendo la musica sparata a palla, due brevi scambi e moltissimi viaggi oltre a quello fisico per tornare a casa. La percezione di particella in un corpo enorme che ancora cresce, di percorrerne le vene, i nervi, di solcarne le membra, la percezione vaga di dimensioni titaniche in cui essere parte infinitesima e appena cosciente. Riflessioni sul silenzio che, contro ogni pronostico, è anche mio; sulla potenza che, anche non trasformandosi in atto, ha un suo concreto valore. Tutto dentro di me.
Una notte insonne a digerire cose pesanti nel mio ventre che torna a crescere. Una sveglia che suona ignorata, e la consapevolezza delle responsabilità incombenti. La sensazione di scollamento profondo tra l'esperienza piacevole e la necessità di limitala.
Oggi il mondo gira strano (forse sottosopra): mille tesine da preparare, modalità d'esame non perfettamente chiare, ma anche il ritorno al lavoro saltuario e retribuito a fine settimana.
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