venerdì, marzo 30, 2007

La frenesia del passaggio al tempo del rito implicito


- Soundtrack: The last waltz (dalla colonna sonora del film "Oldboy") -

Lontano dagli occhi, lontano dal cuore…eppure di tempo né è passato così poco…o forse è già molto il tempo che è passato, forse quel tempo è poco o molto solo ed esclusivamente in relazione alla densità di eventi che lo hanno riempito?

Allora potrei dire forse che è molto…una vita chiusi dentro di sé è, al contempo interminabile e brevissima. Quando, se ciò accade, si apre al mondo, e basta anche solo un piccolo spiraglio perché la pressione esterna lo spinga dentro con forza terribile, improvvisamente l’intensità travolgente la rende frenetica e piena.

Persone, luoghi, circostanze, abitudini, esperienze si inseguono vorticose, si alternano e si sovrappongono ed il ricordo è una cosa completamente diversa da ciò che era prima: diventa molto più emotivo, più selettivo, aumentando il carico della memoria; sempre meno spazio c’è per le riflessioni, le rielaborazioni, le cesellature che una mente oziosa può accludervi. Rimorsi e rimpianti sono ora fitte lancinanti che durano qualche istante, non più l’infinito macerarsi della coscienza per interminabili ore, giorni. Serenità, felicità, tranquillità sono ormai cose che hanno tempi e logiche loro, in buona parte, tranne le più evidenti eccezioni, inintelligibili per chi le prova.

Tutto cambia per restare uguale…e tutto resta uguale eppure cambia.

E ho già nostalgia di me, e ho già paura per quello che non sono più e per quello che non sono ancora…già…infondo prima o poi deve succedere, almeno se continui ad esistere.

Paura e nostalgia, forse, ma anche trepidazione, a volte euforia, e uno strano insieme di emozioni che provo ora per la prima volta, che devo ancora riconoscere, cui devo dare un nome, forse capire, che…mi piacciono.

PS: Oldboy è un bel film...

1 commento:

Anonimo ha detto...

Tutto resta uguale eppure è cambiato. L'abisso, l'odore di messale aperto e infinito è qui, dentro l'esofago e bussa alla trachea. Ho imparato tanto ma non a riconoscere davanti all' uomo e a Dio che lozoccolo duro cher temo e rispetto(?) è dentro qua. Ho sempre creduto che l'ultimo grado scolastico mi avrebbe cambiato, che una città avrebbe fatto lo stesso ma non è così. Più statica di un bidèttete ho paura di passare al successivo buco della cintura. Ti voglio proprio bene bruno e ci ho pensato spesso in questo periodo di superlavoro. Ho guadagnato. Tempo, lavori, indirizzi, esposizioni gratuite e con persone importanti ma, come da obsoleto copione succede, il vascello che sfreccia a gonfie vele malcela un transatlantico dapprima beccheggiante e ad oggi sprofondante. Ancora una volta ho tentuto i salumi in un posto sbagliato anzichè sotto il palato.E adesso mi trovo ricca di esperienze, lavoro ed opportunità ma senza la persona con cui vorrei condividere tutto questo. E non voglio più papi nè conclavi. Neppure caffè, ma sigarette. Canto che la vita è in rosa ma i miei recettori visivi questo colore non lo percepiscono più. Come in 1984 omissioni a loro volta rimosse. E il cielo non è ancora terso perchè gli occhiali sono sporchi. Altri orizzonti. Guardavo dalla parte sbagliata forse. Ti adoro. E oggi la deriva tragico-emotiva è solo mia .














Amanda.









cI vediamo stasera,-)