
- Soundtrack: The last waltz (dalla colonna sonora del film "Oldboy") -
Allora potrei dire forse che è molto…una vita chiusi dentro di sé è, al contempo interminabile e brevissima. Quando, se ciò accade, si apre al mondo, e basta anche solo un piccolo spiraglio perché la pressione esterna lo spinga dentro con forza terribile, improvvisamente l’intensità travolgente la rende frenetica e piena.
Persone, luoghi, circostanze, abitudini, esperienze si inseguono vorticose, si alternano e si sovrappongono ed il ricordo è una cosa completamente diversa da ciò che era prima: diventa molto più emotivo, più selettivo, aumentando il carico della memoria; sempre meno spazio c’è per le riflessioni, le rielaborazioni, le cesellature che una mente oziosa può accludervi. Rimorsi e rimpianti sono ora fitte lancinanti che durano qualche istante, non più l’infinito macerarsi della coscienza per interminabili ore, giorni. Serenità, felicità, tranquillità sono ormai cose che hanno tempi e logiche loro, in buona parte, tranne le più evidenti eccezioni, inintelligibili per chi le prova.
Tutto cambia per restare uguale…e tutto resta uguale eppure cambia.
E ho già nostalgia di me, e ho già paura per quello che non sono più e per quello che non sono ancora…già…infondo prima o poi deve succedere, almeno se continui ad esistere.
Paura e nostalgia, forse, ma anche trepidazione, a volte euforia, e uno strano insieme di emozioni che provo ora per la prima volta, che devo ancora riconoscere, cui devo dare un nome, forse capire, che…mi piacciono.
PS: Oldboy è un bel film...