lunedì, febbraio 13, 2006

Le banalità del Gert-pensiero non relative a Gert. Parte prima: l'av(i)aria


Aviaria.

Divertente vedere come i canali di (dis)informazione orchestrino, più o meno consapevolmente, reazioni collettive paranoiche, allucinate ed irrazionali che possono intaccare, sulla base di un nulla, la stabilità (hahahaah) di un sistema economico o di alcuni dei suoi settori. E poi non si dovrebbe essere costruttivisti sociali? Che la realtà esista o meno non è rilevante (e comunque si tratta di una domanda alla quale si può rispondere solo per fede), non è con quella che ci si misura, è la rappresentazione che conta. Ognuno ha la sua, ognuno viene influenzato nel farsela, in misura varia, dal suo "contesto mediatico" (si parla ovviamente di rappresentazione del mondo in senso ampio). Quando l'informazione non è l'obbiettivo primo (a cui almeno tendere, visto che probabilmente raggiungerlo in toto è impossibile), ma lo è solo il business, ciò che si ottiene è deformazione, produzione di profezie che si autoadempiono, stimolo continuo alle nevrosi e paranoie del pubblico che, man mano crescono, incrementano il bisogno, la fame di informazione/deformazione, dunque producono incrementi degli introiti.

Un mondo che non genera (abbastanza) paura e tensione non è accettabile, quindi va reso più angosciante, più incerto più insicuro.

Se l'ignoranza è una brutta bestia, forse l'ignoranza travestita da informazione è una bestia anche peggiore.

Il capitalismo, non solo ha mostrato negli anni un'incredibile capacità di adattamento, ma anche un'altrettanto incredibile capacità di evidenziare i limiti dei principi alla base del concetto di democrazia, il cui sviluppo è stato talvolta funzionale, comunque connesso allo sviluppo del capitalismo stesso.

In questo caso si parla della libertà di stampa.

...il concetto di responsabilità non è un concetto economico, ma etico e giuridico.

1 commento:

Anonimo ha detto...

sai che ti dico? evviva storax, che in una foto di metro era uguale a max pezzali...cicciotto e brutto insomma