Da molto tempo ormai non scrivo e da molto tempo non sento l’urgenza di scrivere.
La paura di essere banale l’ho sempre sentita, ma non è mai stata un problema troppo grosso. Infondo Internet è piena di banalità e quando, ogni tanto, sono riuscito a scrivere qualcosa che qualcuno ha trovato interessante, mi sono ritenuto soddisfatto.
Non ho mai aspirato a superara la mia trentina di visite giornaliere. Ci sarebbe voluto tutt’un altro impegno, altri contenuti, altra cura. Questo blog ha risposto a necessità molto basilari: sfogo creativo in momenti di particolare cupezza, reificazione e traccia della mia autorifelessività, arena del mio autocompiacimento e gogna del mio “vorrei ma non posso”, dei miei errori d’ortografia, delle mie difficoltà con la punteggiatura, tentativo di sbrogliare la matassa ingarbugliata dei miei pensieri.
Non ho mai avuto un preciso target in mente, potrei dire che scrivevo solo per me, ma sarebbe un’idiozia, perché al mio blog può accedere chiunque. Un target, in realtà, credo di averlo sempre avuto, anche se non so definirlo.
Qual’è il punto? Il punto è che ora la paura della banalità è più forte, che sono privo di ispirazione e che, quindi, non riesco a scrivere né racconti, né riflessioni (su massimi, minimi o intermedi sistemi). Immagino che la cosa abbia anche molto a che fare con il periodo di transizione che sto attraversando, con l’idea sempre presente, anche se non necessariamente esplicitata, che sono comunque io, ma che sono anche un po’ diverso e che non so ancora in che modo esattamente sono diverso.
D’altro canto scrivo ancora, perché evidentemente mi dispiace veder morire il blog, forse anche per quella trentina di aficionados (che probabilmente sono di meno, visto che almeno un 33% delle visite è da imputarsi a naviganti occasionali, soprattutto da gente che con google immagini cerca “bleeding heart” e finisce per trovare un mio vecchio post) che, ogni giorno, uno più, uno meno, rimpolpano il mio counter.
Vedremo…
La paura di essere banale l’ho sempre sentita, ma non è mai stata un problema troppo grosso. Infondo Internet è piena di banalità e quando, ogni tanto, sono riuscito a scrivere qualcosa che qualcuno ha trovato interessante, mi sono ritenuto soddisfatto.
Non ho mai aspirato a superara la mia trentina di visite giornaliere. Ci sarebbe voluto tutt’un altro impegno, altri contenuti, altra cura. Questo blog ha risposto a necessità molto basilari: sfogo creativo in momenti di particolare cupezza, reificazione e traccia della mia autorifelessività, arena del mio autocompiacimento e gogna del mio “vorrei ma non posso”, dei miei errori d’ortografia, delle mie difficoltà con la punteggiatura, tentativo di sbrogliare la matassa ingarbugliata dei miei pensieri.
Non ho mai avuto un preciso target in mente, potrei dire che scrivevo solo per me, ma sarebbe un’idiozia, perché al mio blog può accedere chiunque. Un target, in realtà, credo di averlo sempre avuto, anche se non so definirlo.
Qual’è il punto? Il punto è che ora la paura della banalità è più forte, che sono privo di ispirazione e che, quindi, non riesco a scrivere né racconti, né riflessioni (su massimi, minimi o intermedi sistemi). Immagino che la cosa abbia anche molto a che fare con il periodo di transizione che sto attraversando, con l’idea sempre presente, anche se non necessariamente esplicitata, che sono comunque io, ma che sono anche un po’ diverso e che non so ancora in che modo esattamente sono diverso.
D’altro canto scrivo ancora, perché evidentemente mi dispiace veder morire il blog, forse anche per quella trentina di aficionados (che probabilmente sono di meno, visto che almeno un 33% delle visite è da imputarsi a naviganti occasionali, soprattutto da gente che con google immagini cerca “bleeding heart” e finisce per trovare un mio vecchio post) che, ogni giorno, uno più, uno meno, rimpolpano il mio counter.
Vedremo…
5 commenti:
Ciao Bru,
lascia perder che sono lo zoccolo duro,
sto nel 33% che ti legge
e che non ha votato lega,
in ogni caso stai in un'anticamera,
non in una fossa, dove stai mettendo il calamaio scavata con il pennino stesso.
Spesso non sentire più un cancale espressivo soddisfacente è sinonimo di necessità-disorientante ok-di svecchiamento.
Don't worry,
non aver paura,
secondo me è una fortuna quella che ti sta capitando.
Lascia solo a casa sua il timore di essere banale,
che lo è sul serio.
E' il segreto per risultare incomprensibili e criptici inutilmente.
Non voler dimostrare per forza d scrivere con un taglio unico.
Irripetibile.
E' già così.
E chissà che tu non senta l'esigenza di cambiare forma espressiva.
Magari non sarà gradita ali altri, ma chettifrega?
Cosa ti viene in tasca a non sperimentare anch la banalità magari, se esce da te?
Nosce te ipsum, anche dove nn sai.
Io sn con te,
anche se inizi a fare incisioni rupestri.
Non sei una vena mineraria,
anche se sei d'oro.
Non ti esaurisci.
Finchè morte non ti separi.
Ti bacio.
Forte.
ps:le mie linee sono al tuo servizio, ma nessuno
ha fede in te + di te
nè t è necessario.
Visto quanto sono banale?
tua t_nulla
T_nulla@incomprensibilia:)
ps: i morti la notte ora mi lasciano dormire
Oggi sul Corriere danno spazio a Celentano. E' giusto, in fondo Celentano è un grande: è un pò il nostro Thomas Pynchon, schivo, riservato, capace di passare decenni in isolamento. Io odio Celentano come poche altre cose del pianeta nel caso non fosse chiaro. Oggi invece ho deciso di dare spazio ad un piccolo esperimento: dopop una sveglia ad un orario improponibile, ho deciso che continuerò a bere tutto il giorno, con meticolistà da scienziato vittoriano, fino a crollare stasera. E intanto scriverò sperando che non esca il sole, a presto Bruno.
Inutile dire che sono perfettamente d'accordo. La cosa che mi fa incazzare di più è quanto praticamente tutti lo osannino come un dio. Molta gente ha con lui un comportamento che mi fa pensare a quello dei sicofanti di un padrino mafioso...
ciao io compongo quella parte di navigatori non casuali però poche volte lascio segno del mio passaggio. (fottuto counter è così bello non lasciare tracce!!!)
Sei vecchio come è vecchio celentano se ti credi così.. io credo che la carenza di ispirazioni sia dovuta al fatto che in questo periodo le energie ti servano per capire cosa stai facendo, dove stai andando, e, oltretutto, buona parte degli avvenimenti che ti scuotevano l'animo portandoti a scrivere per sfogarti in questo momento si sono conclusi ma non credere ne arriveranno di nuovi e più complicati..abbi pazienza.
P.S. se mi mandi affanculo dopo ste frasi preferisco.
Ciao Dottor Bruno.
Celentano è dio come anche Anubi era dio...(chi ha orecchie per intendere intenda...)ma come lo può essere ronaldo o napoleone
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