sabato, marzo 06, 2010

Defibrillatore #4: Il ballo del potere


- Franco Battiato - Il ballo del potere -

Vedo il refresh dello schermo, come quando in televisione riprendono uno schermo, specie quando scrollano in verticale....

Singolare... forse no, probabilmente sono solo bevuto... qualsiasi entità ultraumana esistente benedica lo stato di coscienza serenamente e creativamente alterato.

Gattopardianamente, tutto cambia perché nulla cambi.

A domanda risponderei che ho sempre avuto una concezione alta della politica. Qualcuno mi potrebbe rimproverare troppo teorica, ciò nondimeno...

Più passa il tempo, più la mia esperienza mi impartisce lezioni di soffocante banalità ed insostenibile cinismo. Tutto, TUTTO si riduce ad una competizione per risorse scarse, TUTTO.

Se il desiderio, la brama di potere potrebbe essere quantomeno comprensibile a fronte di un progetto di portata magari rilevante, non si può che rimanere basiti (forse solo se, come me, ci si ostina a fingersi ingenui) di fronte alla brama del potere per il potere, o meglio ancora, del potere come strumento per umiliare chi non lo possiede, affermando così se stesi per differenza. Anche nel caso di particelle di potere infinitesime, di privilegi appena percettibili, di disparità ridicole.

La banalità della riflessione mi disgusta ed è solo in minima parte mitigata dal fatto di fondarsi sul dato della mia esperienza.

Anche gente che definirei, con virgolette che la mia tortuosa insicurezza mi impone di mettere, "buona" o "pacifica", immersa in un ambiente di tale spietata affermazione dell'ego, di tale soffocante mortificazione dell'altro, diventa presto rancorosa e vendicativa.

La ruota gira, anche quando non sembra: questi dominano oggi, godono di privilegi, del favore di potenti patroni, denigrano, mortificano e vessano quelli; domani, saliranno quelli sui gradini più prossimi al trono e, consumati dal rancore, ignoreranno, denigreranno, mortificheranno e vesseranno quelli e, secondo leggi forse antiche come l'uomo, il ciclo si perpetrerà all'infinito.

Ancora una volta, dopo un tempo che non riesco a quantificare, percepisco il ronzio anestetico dell'alcool, intuisco la forma, sempre più impalpabile, della pretesa di immortalità propria di adolescenza e postadolescenza.

Che fascino sublime...

Pagherò il conto del mio esibizionismo narcisista.

Buonanotte

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